Quando ci si espone a favore di chi vince, di solito, si ottiene soddisfazione. Quando lo si sostiene apertamente, la soddisfazione può essere di altro genere. Questo non riguarda solo Elon Musk che si ritrova in una posizione di potere politico ma anche altre personalità e aziende della Silicon valley.
La svolta nazionalista della OpenAi sta già portando i suoi frutti per il mondo delle intelligenze artificiali? È molto probabile.
Fra gli ordini esecutivi firmati da Donald Trump al momento del suo insediamento alla presidenza degli Stati Uniti ce n’è uno che riguarda direttamente queste tecnologie. Come previsto, Trump, ha cancellato un ordine esecutivo del 2023 del suo predecessore, Joe Biden, che richiamava l’attenzione sulla necessità di uno sviluppo regolato delle ia.
Si trattava di una forma di regolamentazione blanda ma comunque ritenuta inaccettabile dalle aziende e da una parte del mondo repubblicano. L’amministrazione Biden aveva provato a proporre una governance globale – naturalmente a guida statunitense – basata su princìpi di condivisione e responsabilità, ma comunque con ampio margine di manovra per le aziende private. Tra le sue priorità c’erano: la promozione della trasparenza nei modelli di intelligenza artificiale; la creazione di collaborazioni internazionali per lo sviluppo responsabile delle tecnologie; l’attenzione all’equità e alla mitigazione dei rischi associati agli usi più problematici e controversi dell’ia.
Tutto questo ora non esiste più, in nome dell’accelerazione e di quella che sembra essere, sempre di più, una forma di nazionalismo tecnologico.
Certo, la cancellazione degli ordini esecutivi dei predecessori è quasi una tradizione: anche Biden aveva fatto lo stesso nel 2021. Ma si tratta sempre e comunque di una cancellazione selettiva. Un altro provvedimento, per esempio, è sopravvissuto al primo giorno di Trump e verosimilmente non verrà toccato.
È quello con cui Biden aveva garantito sostegno energetico alle aziende produttrici di ia, imponendo ai dipartimenti della difesa e dell’energia degli Stati Uniti di mettere a disposizione siti federali per sostenere le strutture più energivore come i data center.
Cancellare il primo e mantenere il secondo significa: niente regole e, contemporaneamente, aiuti per il fabbisogno energetico. Insomma, pieno sostegno al settore privato. Questa è una delle tante trame che si nascondono dietro alla presenza di Mark Zuckerberg (Meta), Jeff Bezos (Amazon), Elon Musk (X), Sundar Pichai e Sergey Brin (Google) al discorso inaugurale del nuovo presidente.
Sam Altman, l’amministratore delegato della OpenAi, non c’era. In compenso è apparso il giorno dopo in compagnia di Trump per fare un annuncio: il progetto Stargate.
Il nome fantascientifico, come da tradizione di questa comunicazione aggressiva che fa leva sull’immaginario cinematografico, fa da cappello a un investimento economico mostruso: 500 miliardi di dollari.
A capo della cordata di Stargate ci sono la OpenAi e la Microsoft – Musk non sembra essere contento, infatti non c’era –, insieme alla Nvidia (per le componenti hardware), alla SoftBank (per la progettazione dei chip, attraverso la controllata Arm) e alla Oracle (per le infrastrutture di data center e cloud).
Il fatto che Trump dia appoggio informale a un’iniziativa simile è coerente con tutto quel che abbiamo visto fin qui. Ed è coerente – si fa per dire – anche Sam Altman che, improvvisamente, ha cambiato idea sul nuovo presidente: “Osservare più attentamente negli ultimi tempi il presidente ha davvero cambiato la mia prospettiva su di lui”, ha twittato citando l’account ufficiale su X del presidente degli Stati Uniti, invece di quello personale di Trump. Poi ha aggiunto: “Vorrei aver fatto più riflessioni autonome e mi rendo conto di essere caduto nella trappola del pnc”.
La “trappola del pnc” è un’espressione da internet: nel mondo dei videogame, il pnc è il personaggio non giocante (non playing character in inglese). Uno di quei personaggi, cioè, che porta avanti un copione prestabilito qualunque tipo di interazione il giocatore tenti di avere con lui.
“Non sarò d’accordo con lui su tutto”, ha concluso, “ma penso che sarà incredibile per il paese sotto molti aspetti!”.
È vero: Trump è già incredibile, da tempo, per due motivi. A volte è difficile credere che quel che dice e fa sia possibile. E poi, soprattutto, porterà vantaggi incredibili alle aziende come la OpenAi.
Questo testo è tratto dalla newsletter Artificiale.
Iscriviti a Artificiale |
Cosa succede nel mondo dell’intelligenza artificiale. Ogni venerdì, a cura di Alberto Puliafito.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Artificiale
|
Cosa succede nel mondo dell’intelligenza artificiale. Ogni venerdì, a cura di Alberto Puliafito.
|
Iscriviti |
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it