21 luglio 2022 10:23

Dalla fine di febbraio in Russia ci sono stati almeno 23 attacchi agli uffici di registrazione e arruolamento militare (almeno quelli riportati dai mezzi d’informazione e su Telegram), venti dei quali incendiari, mentre l’anno scorso non si erano mai verificati episodi simili. Nelle azioni sono state usate principalmente bombe molotov e le istruzioni su come preparare gli ordigni sono state diffuse sui social network.

Questi attacchi non rientravano in una campagna coordinata, ma sono stati opera di gruppi diversi: dagli anarchici di sinistra agli attivisti filoucraini ai gruppi di estrema destra. Anzi, a volte si è trattato semplicemente di azioni di singoli, non associati ad alcun movimento. Ilja Farber, per esempio, un artista di 48 anni ed ex insegnante, è stato arrestato in Udmurtia (una repubblica nel settore centro-occidentale della Russia) alla fine di maggio per aver dato fuoco a due edifici dell’ufficio di registrazione e arruolamento militare. “Volevo scoprire di cosa ero capace”, ha detto durante l’interrogatorio.

È stato abbastanza difficile per le autorità censurare la notizia degli attentati, dato che sono stati gli stessi militanti a pubblicare immagini e video sui social network. Il video dell’incendio dell’ufficio di reclutamento militare a Nižnevartovske, quello dell’ufficio di registrazione e arruolamento militare a Lukhovitsy, vicino a Mosca, dell’ufficio militare di registrazione e arruolamento a Perm, hanno fatto il giro della rete. Ma se per le autorità è impossibile nascondere gli attacchi incendiari, altre azioni di guerriglia – che sono state chiamate “guerra ferroviaria” – possono facilmente essere spacciate per problemi tecnici. Le autorità russe stanno cercando di coprire i sabotaggi, ma dall’inizio della guerra gli incidenti a treni e stazioni sono aumentati sensibilmente..

La guerra ferroviaria
Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, le notizie dei sabotaggi ferroviari hanno cominciato ad apparire quasi ogni giorno. Sulla base dei resoconti dei mezzi d’informazione, tra il marzo e il giugno del 2022 in Russia sono deragliati 63 treni merci: quasi una volta e mezzo in più rispetto allo stesso periodo del 2021. La geografia dei deragliamenti dei vagoni si è spostata verso ovest e alcuni dei treni hanno avuto degli incidenti in prossimità delle unità militari. Secondo le ferrovie russe e le autorità incaricate di indagare, la maggior parte degli incidenti sarebbe dovuta alle cattive condizioni dei binari.

Gli attacchi degli anarchici russi sono ispirati alle azioni dei partigiani bielorussi

“Secondo i dati del Gosželdornadzor (ispettorato statale delle ferrovie) nei primi quattro mesi di quest’anno il 55,3 per cento degli incidenti è stato causato da irregolarità nello stato del tracciato”, afferma partner.ru, la rivista ufficiale delle ferrovie russe. Ma le autorità non possono ignorare il fatto che parte di ciò che succede sui binari è causato dai sabotaggi. Il 24 febbraio, il primo giorno dell’invasione dell’Ucraina, il ministero dei trasporti ha ordinato di aumentare il livello di sicurezza delle ferrovie nelle regioni meridionali. In aprile, la direzione centrale dell’intelligence ucraina ha pubblicato un telegramma in cui i dirigenti di alcune sezioni delle ferrovie, nella regione russa di Rostov e nel distretto di Krasnodar, venivano esortati a cooperare con i servizi segreti russi (Fsb) e la polizia per garantire la sicurezza sui binari.

Finora tutte queste misure hanno avuto scarso effetto: gli incidenti continuano a verificarsi, in particolare nelle regioni di frontiera. Il 12 aprile, i residenti del villaggio di Titovka nella regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, si sono svegliati per il rombo di un’esplosione. Nel giro di un’ora il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, ha cercato di dare una spiegazione dell’accaduto: “Nel quartiere di Šebekino sono stati danneggiati i binari della ferrovia. Non ci sono vittime o feriti. Solo la ferrovia è distrutta. Una task force sta lavorando sul sito. Riferirò sulle cause più tardi.” Ma Gladkov non ha ancora dato spiegazioni.

Il 27 aprile l’Fsb ha riferito la cattura di due russi, presunti sabotatori, nella regione di Belgorod. Secondo i servizi segreti i due arrestati erano “sostenitori del nazismo ucraino” e “trasmettevano informazioni sui militari russi” al sito ucraino Mirotvorets (pacificatore). Tuttavia, non ne è stata rivelata l’identità. Nel video pubblicato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti i loro volti erano sfocati, recitavano frasi imparate a memoria e uno di loro indossava una provocatoria maglietta con la bandiera britannica. Secondo i rapporti ufficiali, le accuse mosse ai due cittadini sono di tentato sabotaggio. Tuttavia nei tribunali della regione non abbiamo trovato traccia di arresti di persone con accuse del genere.

L’esempio dei partigiani bielorussi
Roman Starovojt, governatore della regione di Kursk, il 1 maggio ha parlato dell’indebolimento di un ponte ferroviario. Ha definito l’incidente un “atto di sabotaggio” e la commissione d’inchiesta ha aperto un’indagine penale per terrorismo. Alla fine di maggio, il canale pubblico di Telegram Ostorožno ha postato che l’Fsb stava cercando membri di una certa “organizzazione militante di anarco-comunisti” che stava preparando un sabotaggio sui binari della ferrovia a Sergiev Posad, nella regione di Mosca. Secondo gli inquirenti, erano state svitate otto viti, spezzato un giunto ferroviario e parzialmente spostati i binari che portavano all’unità militare 14.258 (un centro tattico segreto di addestramento della dodicesima direzione generale del ministero della difesa, responsabile della sicurezza nucleare del paese).

L’Fsb non è riuscito a trovare gli “anarchici militanti”. I rappresentanti dell’Organizzazione militante degli anarco-comunisti (Boak) hanno riferito di aver bloccato treni diretti verso un’altra unità militare vicino a Kiržač (nella regione di Vladimir), dove si trovano l’arsenale della direzione missilistica centrale e la direzione dell’artiglieria del ministero della difesa russo. “Purtroppo il sabotaggio è stato scoperto la sera del 25 giugno. Ma l’azione ha comunque ritardato la circolazione dei treni che trasportavano attrezzature militari, provocando danni ai binari ferroviari”, hanno detto i rappresentanti della cellula. Sono gli anarchici stessi a confessare che le loro attività sono state in gran parte ispirate alle azioni dei partigiani bielorussi, che sono riusciti a resistere all’invasione russa all’inizio della guerra in Ucraina.

Chi organizza le azioni le definisce non violente e con lo scopo principale di causare danni materiali

Quando le truppe russe hanno attraversato per la prima volta il confine bielorusso per entrare in Ucraina, per quello che ritenevano un attacco lampo su Kiev, intendevano usare la vasta rete ferroviaria della regione per i rifornimenti e i rinforzi. I loro piani sono stati ostacolati da una rete di partigiani bielorussi che ha cominciato ad attaccare le ferrovie. I partigiani hanno interrotto i pannelli di controllo di segnalazione rendendo i treni inattivi per giorni e costringendo i russi a usare camion per portare i rifornimenti alle truppe. A marzo, la stessa rete è stata responsabile del blocco del convoglio lungo 60 chilometri a nord di Kiev. Finora decine di persone sono state arrestate in Bielorussia accusate di essere “combattenti ferroviari”.

I tentativi di danneggiare la ferrovia e ritardare i treni in Bielorussia erano già cominciati nel 2021. Dopo la repressione delle pacifiche proteste nel paese (scoppiate dopo le elezioni presidenziali truccate del 2020), segnata da arresti di massa, torture e lunghe pene detentive, alcuni manifestanti sono passati ad azioni più drastiche. Così si è formato il movimento informale Supratsiou, che comprendeva il movimento Cyber Partisans e Busli Ljatsjats – cellule di combattimento “sul territorio” che hanno sviluppato metodi di attacchi all’infrastruttura ferroviaria in modo decentralizzato.

Tutte queste azioni sono state comunque definite “non violente” dai partecipanti, in quanto il loro obiettivo principale era quello di interferire nel funzionamento delle ferrovie e causare danni materiali. “Vogliamo dimostrare ai partner di Lukašenko, compresa la Russia, che il sedicente presidente è inaffidabile, e dimostrare agli stessi bielorussi che la resistenza continua”, ha detto un rappresentante del movimento combattente bielorusso.

Un centro di reclutamento a San Pietroburgo, 28 maggio 2022. (Anton Vaganov, Reuters/Contrasto)

Nel novembre 2021 il governo bielorusso ha inserito il movimento tra quelli accusati di terrorismo. Poche settimane dopo i combattenti hanno lanciato una cisterna contenente miscela incendiaria da un drone sulla base di addestramento di Volovščina del ministero dell’interno. “Siamo impegnati nell’antiterrorismo: impediamo al regime di terrorizzare la popolazione civile. Supratsiou si sta preparando per l’ultima operazione antiterrorismo per eliminare il regime”, ha dichiarato Busli.

“L’obiettivo era quello di rallentare e interrompere le operazioni ferroviarie. Sistemi automatizzati e sistemi di sicurezza sono stati volontariamente risparmiati dall’attacco informatico per evitare emergenze”, hanno detto i combattenti. Allo stesso tempo l’idea principale del gruppo non era solo quella di rallentare le forniture militari russe: i combattenti informatici erano pronti a ripristinare i server, a patto che cinquanta prigionieri politici bisognosi di cure mediche fossero rilasciati. Altro obiettivo era di mettere fine all’aumento della presenza delle truppe russe in territorio bielorusso. Il ripristino dei sistemi di dati si è rivelato molto difficile per le ferrovie bielorusse. “Lo specialista che si occupava di quel tipo di banche dati era stato licenziato l’anno scorso per motivi politici. Era una vecchia tecnologia, e i giovani specialisti non la capivano”, ha detto Sergej Voitechovič, un rappresentante del sindacato dei lavoratori della ferrovia.

Mobili e sfuggenti
In Russia, gli anarco-comunisti sono diventati la forza “sovversiva” più attiva: dall’inizio della guerra sono apparsi diversi canali Telegram dove sono pubblicate le istruzioni per far ritardare i treni o causare incidenti alle linee ferroviarie. Gli autori si sono identificati come membri della Boak. Da marzo pubblicano istruzioni sul sabotaggio – come demolire i binari e non farsi prendere – e diffondono sui mezzi di comunicazione le operazioni di successo. Così, gli anarco-comunisti hanno rivendicato non solo i sabotaggi dei binari ferroviari, ma anche alcuni incendi ai ripetitori telefonici come quello avvenuto nel villaggio di Belomestnoe, nella regione di Belgorod, e perfino incendi alle auto dei collaboratori del regime.

Gli anarchici dicono di aver sviluppato un metodo per evitare i deragliamenti dei treni passeggeri, in modo che i civili non siano coinvolti nelle loro azioni

Per coordinare e attirare nuove persone, gli anarchici hanno anche lanciato un bot che permette a chi lo desidera di unirsi in modo anonimo alla cellula militante della propria città.

“Il sabotaggio ferroviario è un modo relativamente facile e molto efficace per infliggere danni all’esercito nemico. E con il minimo rischio per i civili, se attuato correttamente”, hanno detto gli anarco-comunisti. Secondo loro, qualsiasi interruzione e ritardo nelle forniture e nelle comunicazioni interferiscono con il funzionamento della macchina militare: “Significa che nel momento decisivo ci saranno meno carri armati o granate sul campo di battaglia. E se riusciamo a far deragliare un treno, come speriamo, le attrezzature non solo subiscono ritardi, ma anche danni. Anche i treni e i binari ferroviari vengono danneggiati. Tutto ciò quindi può indebolire gravemente le forze armate russe e avere un impatto sulla durata della guerra, avvicinandone la fine”.

Gli anarchici dicono di aver sviluppato un metodo per evitare i deragliamenti dei treni passeggeri, in modo che i civili non siano coinvolti nelle loro azioni. Il movimento combattente anarchico è ancora decentralizzato. “Ci sono sia cellule organizzate sia azioni spontanee da parte di singoli. La decentralizzazione ci rende più mobili e sfuggenti, ma impedisce la copertura mediatica e rende difficile fare delle stime numeriche certe. Dopotutto, per resistere alla repressione è meglio così. Ad aprile, in Russia c’erano tra le venti e le quaranta cellule, ma ora probabilmente ce ne sono di più”, afferma Ivan, un membro del movimento.

Secondo lui, non tutti i problemi causati alle ferrovie fanno notizia. Atti di sabotaggio insignificanti – danni ai pannelli di segnalazione, ai semafori, ai cavi di continuità – di solito passano inosservati sui mezzi di comunicazione. “Questo tipo di azioni viene segnalato solo da chi le ha compiute, ma sono pochi i rapporti di questo genere. Tutte le azioni che invece sono riportate dalla stampa possono essere considerate di successo: nessuno pubblica quelle che non hanno avuto successo, se non c’è niente da dire”, dice Ivan. Il gruppo si sta impegnando nella raccolta fondi attraverso le donazioni, facendo campagna online.

Stando a loro, per partecipare alla guerra ferroviaria non è richiesta alcuna formazione speciale: tutte le informazioni necessarie sono scritte negli opuscoli distribuiti dal movimento. Non sono solo gli attivisti con una chiara ideologia a intraprendere tali azioni. Egor (il nome è di fantasia), che fa parte della cellula terroristica, ha dato fuoco all’auto di Natalija Abieva. La donna aveva raccolto fondi destinati ad aiutare i militari russi durante la guerra con l’Ucraina.

A suo dire, i suoi commilitoni sono in primo luogo contrari alle azioni delle autorità: “Tra noi ci sono sia anarchici sia nazionalisti, pochi, e ognuno di noi ha la sua storia. Siamo un’organizzazione antisistema, e impareremo le complessità della gestione politica solo dopo che il regime sarà caduto, o quando si sarà indebolito. Putin ha rubato il futuro alla Russia. Se oggi perdessimo il nostro tempo in dispute politiche, saremmo finiti. Putin sta minacciando il mondo con la guerra nucleare, sta mettendo il mondo intero contro la Russia. I nostri connazionali stanno diventando ancora più poveri, la gente ha paura di esprimere ad alta voce ciò che pensa del governo. Non fare nulla significa accettare di vivere sotto il dominio di persone vili per il resto della nostra vita. È questo il futuro che vogliamo?”.

(Traduzione di Alessandra Bertuccelli)

Questo articolo è uscito sul sito di giornalismo investigativo The Insider.

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