08 marzo 2023 12:01

Nel 1856, molto tempo prima che l’umanità cominciasse a preoccuparsi per il riscaldamento globale, una donna statunitense di nome Eunice Newton Foote (1819-1888) fu probabilmente la prima persona a sperimentare l’effetto della radiazione solare su diverse miscele di gas e a ipotizzare che un aumento dei livelli di CO2 avrebbe potuto surriscaldare il pianeta.

Foote era una scienziata, inventrice e attivista per i diritti delle donne. Forse incuriosita dalla teoria, proposta da Luis Agassiz nel 1837, che la Terra fosse piombata nel passato in un’era glaciale, in cerca di una spiegazione, aveva cominciato a condurre esperimenti sull’interazione tra i raggi solari e diversi gas.

In un contesto in cui l’economia cresceva grazie alla rivoluzione industriale alimentata dal carbone e venivano postulate le promesse di una crescita infinita, le scoperte di Foote dimostrarono l’esistenza di un collegamento diretto tra la temperatura della Terra e la concentrazione di CO2 nell’atmosfera che andava aumentando a causa della combustione di fonti fossili. Non si trattava solo di un’importante scoperta scientifica, ma potenzialmente della scoperta del surriscaldamento globale provocato dall’attività umana.

Esperimento semplice

Eunice Newton, che avrebbe assunto il cognome Foote dopo il matrimonio con il giudice e matematico Elisha Foote, nacque il 17 luglio 1819 a Goshen, nel Connecticut. Dopo una prima formazione presso il Troy female seminary, scoprì la chimica e la biologia in un vicino college scientifico. In seguito fu influenzata dai libri di testo di Almira Hart Lincoln Phelps, botanica e pioniera della partecipazione delle donne nel settore scientifico.

I coniugi Foote erano coinvolti nel movimento per i diritti delle donne e firmarono la Declaration of sentiments del 1848, la “Magna Carta del movimento delle donne” che chiedeva uguaglianza con gli uomini rispetto allo status sociale e ai diritti legali, incluso quello di voto.

L’esperimento di Foote era molto semplice: piazzò due termometri in due cilindri di vetro identici. Usando una pompa prelevò l’aria da un cilindro e ne aggiunse all’altro. Dopo aver uniformato le temperature, Foote piazzò i due cilindri uno accanto all’altro, esponendoli alla luce del Sole. Poi ne registrò la temperatura ogni due o tre minuti. Lo stesso esperimento fu condotto posizionando entrambi i cilindri all’ombra.

Solo nel 2011 Foote ha ricevuto il riconoscimento che meritava

Confrontando i cambiamenti di temperatura, Foote osservò che “l’azione (termica ndr) aumenta con la densità dell’aria, e diminuisce quando diventa più rarefatta”. Foote ripeté l’esperimento usando aria umida e secca, aggiungendo acqua a un cilindro e deidratando l’altro usando del cloruro di calcio. In questo modo scoprì che l’aria umida era diventata significativamente più calda rispetto a quella secca. Infine, misurò l’effetto di gas diversi rispetto “all’aria comune” (l’ambiente atmosferico) e riscontrò che “gli effetti maggiori dei raggi solari […] si hanno nel gas acido carbonico”.

Foote notò che una volta rimossi i cilindri dalla luce diretta del Sole, il biossido di carbonio (o anidride carbonica) manteneva la sua temperatura elevata molto più a lungo rispetto agli altri gas. Il risultato specifico ottenuto con il biossido di carbonio e l’aria umida (e con l’aria più densa rispetto all’aria rarefatta) non era conosciuto in precedenza.

Quella scoperta rivoluzionaria, però, fu presto dimenticata, anche perché Foote non presentò le sue conclusioni in occasione di una riunione dell’American association for the advancement of science (Aaas) di Albany a New York. Fu Joseph Henry, un amico di famiglia, a illustrare il lavoro scientifico della scienziata.

Né lo studio di Foote né la presentazione di Henry furono incluse negli archivi dell’evento. Circondata dai più importanti scienziati d’America, Foote rimase ad ascoltare mentre Joseph Henry, segretario della Smithsonian institution, presentava le sue ricerche, incapace di coglierne le implicazioni.

“Un’atmosfera di quel gas (CO2 ndr) darebbe alla nostra Terra una temperatura più elevata”, scrisse Foote in un documento successivo per descrivere il suo lavoro. Forse a causa della mancata comprensione delle conseguenze della scoperta da parte di Henry o forse perché Foote era una donna, quelle conclusioni eccezionali caddero nell’oblio.

Un mondo diverso

Per un secolo e mezzo il mondo ha ricordato il fisico irlandese John Tyndall come l’uomo che aveva scoperto il potenziale di surriscaldamento della CO2 e del vapore acqueo, anche se pubblicò le sue ricerche tre anni dopo Foote.

Solo nel 2011, quando il geologo e storico Raymond Sorenson si è imbattuto in un resoconto della presentazione di Henry, Foote ha ricevuto il riconoscimento che meritava. Sorensen ha immediatamente compreso che la scoperta di Foote e le sue conclusioni sull’effetto della CO2 sul clima erano precedenti a quelle di Tyndall, generando un rinnovato interesse per la vita della donna e per il suo lavoro scientifico.

Il cambiamento climatico è fortemente legato alla chimica atmosferica, e le ipotesi di Foote sugli effetti dell’anidride carbonica sulla temperatura terrestre, nonostante siano state a lungo attribuite a Tyndall, sono state fondamentali per l’evoluzione in questo campo. Da allora le emissioni di CO2 sono aumentate sensibilmente fino a raggiungere livelli pericolosi. Se la ricerca di Foote, insieme a quelle di altri colleghi che l’hanno seguita, avesse ricevuto maggiore credito, forse il mondo adesso sarebbe diverso. ◆

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