Da qualche anno in due paesi anglofoni dell’Africa occidentale, Ghana e Nigeria, dicembre è il mese della festa. Chiamato scherzosamente Detty december (dalla variante in pidgin english di dirty, cioè “sporco”), non comprende solo le celebrazioni natalizie – non necessariamente sfrenate – ma soprattutto eventi mondani come spettacoli, concerti, rave e grandi party nei locali notturni, che attirano un pubblico più ampio del solito perché comprende anche i nigeriani e i ghaneani della diaspora che in questo periodo dell’anno tornano a fare visita ai familiari.

Si stima che i nigeriani che vivono e lavorano all’estero – spesso guadagnando molto di più di quanto possano sperare nel loro paese – siano circa 15 milioni, con le comunità più popolose (entrambe di circa il 20 per cento del totale degli emigrati) nel Regno Unito e negli Stati Uniti. La diaspora ghaneana è più piccola, tra gli 1,5 e i 3 milioni di persone ma, al pari di quella nigeriana, con le sue rimesse dà un contributo sostanziale al pil del paese, intorno al 6 per cento.

L’origine dell’espressione Detty december non è certa. Il musicista nigeriano Mr Eazi ne rivendica la paternità in questo podcast, legandola a un suo concerto, il Detty rave, del 2016. Ma di sicuro il concetto ha preso piede dopo il 2019, quando il governo del Ghana organizzò l’“anno del ritorno”, una campagna per celebrare i quattrocento anni dall’arrivo negli Stati Uniti della prima nave piena di africani ridotti in schiavitù, invitando i loro discendenti a scoprire il paese delle origini e, perché no, a riflettere sulla possibilità di trasferirsi a viverci.

Il Detty december è quindi alta stagione turistica e molte attività commerciali – alberghi, ristoranti, locali, ma anche saloni di parrucchieri – contano sugli incassi di questo periodo per superare un momento, sia in Ghana sia in Nigeria, di difficoltà economiche. Per esempio, il governo di Accra ha lanciato la campagna “December in Gh” per incentivare il turismo, concedendo ai visitatori stranieri la possibilità di ottenere il visto all’ingresso dal 1 dicembre 2024 al 15 gennaio 2025.

Quest’anno è diverso

Ma l’atmosfera in Nigeria, in particolare nella sua capitale economica, non lascia ben sperare. Bar e ristoranti sono mezzi vuoti, racconta il corrispondente da Lagos del Financial Times, Aanu Adeoye: “La peggior crisi del costo della vita di questi ultimi trent’anni, innescata dalle riforme economiche radicali adottate dal presidente Bola Tinubu, ha svenato la classe media locale e prosciugato l’energia della sua vita notturna”. Il giornalista parla con alcuni giovani, anche con ottimi lavori nelle tante aziende tecnologiche nigeriane, che ammettono di aver difficoltà a sostenere il costo dei trasporti e delle consumazioni: il prezzo di un mojito, intorno agli ottomila naira (5 euro), equivale a più di un decimo del salario minimo nigeriano di 70mila naira (43 euro).

La Tinubunomics (l’economia di Tinubu) ha tagliato le sovvenzioni ai carburanti, facendo salire l’inflazione e causando una svalutazione della naira, la valuta locale. Molti nigeriani sono finiti a vivere in situazione di povertà, e anche chi aveva prospettive economiche migliori, come professionisti, manager e ingegneri, ha visto il proprio potere d’acquisto sgretolarsi.

In Ghana le preoccupazioni sono simili. Il sito Okayafrica scrive che nel paese l’atmosfera è meno euforica, a causa della crisi economica e di un periodo teso per lo svolgimento delle elezioni presidenziali. “Molti eventi che di solito si svolgono a dicembre sono stati ridimensionati a causa di questi fattori economici”, dice l’imprenditore ghaneano Randy Walker, che ha lavorato nell’organizzazione di grandi eventi. Cita il festival musicale Afrofuture, che negli anni scorsi aveva attirato circa cinquantamila persone su due giorni e che quest’anno si svolgerà in forma ridotta. Inoltre nel 2023, aggiunge Walker, molti eventi hanno perso i loro grandi sponsor internazionali.

Già nel 2019 il sito nigeriano Pulse pubblicava una guida di consigli su come divertirsi a dicembre senza prosciugare il conto in banca. Niente di eclatante: programmare le uscite, risparmiare, selezionare, uscire con gli amici, fare feste in casa. Anche secondo Adeoye molti aspiranti festaioli si stanno interrogando sul vero significato della stagione. “Boicottare la carissima vita notturna di Lagos per alcuni non è necessariamente un male”, scrive. Il giornalista parla con Demilade Akingbe, ex consulente negli Stati Uniti che oggi gestisce il locale My Friend’s House a Lagos. Secondo lei i prezzi alle stelle dei ristoranti stanno spingendo le persone verso altri tipi di intrattenimento. Fa anche notare che il prezzo di un panino al pesto e halloumi (un formaggio tipico di Cipro) è aumentato del 200 per cento in due anni.

“Non credo che ci stiamo perdendo il divertimento”, dice Akingbe. “Semplicemente il divertimento sta cambiando”.

Questo testo è tratto dalla newsletter Africana.

Iscriviti a
Africana
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
Iscriviti
Iscriviti a
Africana
Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
Iscriviti

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it