- I migranti non devono essere lasciati in coda nelle file per i vaccini contro il covid-19, ha detto il presidente della Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa, Francesco Rocca, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei migranti, che è il 18 dicembre. Rocca ha avvertito che è necessaria e urgente un’azione inclusiva per salvaguardare la salute e la dignità dei migranti in tutto il mondo e per garantire che non siano lasciati indietro nella distribuzione dei vaccini: “La pandemia sta avendo un impatto catastrofico su tutte le persone in movimento, che troppo spesso sono lasciate senza sostegno quando si tratta di accedere ai servizi sanitari essenziali. Dobbiamo eliminare i numerosi ostacoli alla copertura sanitaria universale e fare in modo che i migranti siano pienamente inclusi nelle campagne di vaccinazione nazionali”. Un recente rapporto della federazione, Least protected, most affected rileva che migranti e profughi sono stati spropositatamente colpiti dal virus soprattutto a causa del limitato accesso alla sanità di base, all’acqua, ai servizi igienici e di disinfezione. Il rapporto ricorda anche che i migranti subiscono maggiormente le ricadute economiche del covid-19, sono ampiamente trascurati dalle misure di aiuto e di salvaguardia e affrontano regolarmente stigma e discriminazione, a volte in forma violenta. Mentre i paesi si avviano alle loro campagne di vaccinazione, l’Ifrc ricorda che i migranti corrono un enorme rischio di essere esclusi e che l’iniqua distribuzione di vaccini tra e all’interno dei paesi non solo minaccia di lasciare indietro i più emarginati, ma rischia anche di minare la salute generale se il virus continua a circolare nelle comunità meno protette. “Nessuno di noi sarà al sicuro finché non saremo tutti al sicuro. Quando le generazioni future leggeranno di questa pandemia nei libri di storia, lasciate che siano orgogliose che il mondo abbia trattato i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo con dignità piuttosto che vergognarsi di aver voltato le spalle in quest’ora di maggior bisogno”, ha detto Rocca.
- Il presidente francese Emmanuel Macron è risultato positivo al covid-19, costringendo diversi leader europei ad autoisolarsi dopo essere entrati in contatto con lui. Il presidente, di 42 anni, è stato testato dopo aver sviluppato i sintomi e ora si autoisolerà per sette giorni, ha dichiarato l’Eliseo in una nota, specificando che Macron lavorerà a distanza. Macron il 10 e l’11 dicembre ha partecipato al vertice del Consiglio europeo in cui sono intervenuti rappresentanti di tutti i 27 paesi. Il capo del Consiglio europeo Charles Michel e il premier spagnolo Pedro Sánchez hanno detto di essere in autoisolamento dopo aver incontrato il presidente francese a pranzo il 14 dicembre, la portavoce della cancelliera Merkel ha detto che la leader tedesca era risultata negativa al test eseguito dopo il vertice. La Francia questa settimana ha posto fine a un confinamento nazionale di sei settimane, sostituendo la misura con un coprifuoco notturno dalle otto di sera. Ci sono stati quasi 2,5 milioni di casi confermati nel paese dall’inizio dell’epidemia, con più di 59.400 morti, secondo i dati della Johns Hopkins University. La Francia prevede di cominciare a lanciare il suo programma di vaccinazione contro il coronavirus dal 27 dicembre.
- La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato in un tweet che le campagne di vaccinazione nell’Unione europea cominceranno il 27 dicembre. Lo stesso ha affermato per la Germania il ministro della salute tedesco Jens Spahn, dopo un incontro con la cancelliera Angela Merkel e dirigenti del laboratorio tedesco Biontech.
- In Russia, il presidente Putin parlando durante il discorso di fine anno ha detto che si vaccinerà il prima possibile, compatibilmente con la sua età, 68 anni, e ha assicurato che il vaccino Sputnik V, pur non essendo raccomandato per chi ha più di 60 anni, “è sicuro ed efficace”. Esortando la popolazione a farsi vaccinare, ha però specificato che il paese ha ancora un “mare di problemi” nella realizzazione del farmaco: “La produzione richiede strutture, imprese e macchinari” e servirà del tempo prima di arrivare a pieno regime. Intanto, secondo un articolo di Daria Litvinova dell’Associated Press, tra la popolazione russa permane un deciso scetticismo nei confronti del vaccino Sputnik V, anche se, sottolinea Litvinova, il personale sanitario impegnato in prima linea è più che pronto a farsi inoculare il farmaco.
- Il Sudafrica ha registrato più di diecimila casi in un giorno. Il tasso di positività al covid-19 ha superato il 21 per cento, molto oltre il tasso “ideale” del 10 per cento, ha detto il ministro della salute Zweli Mkhize. Il 16 dicembre il paese, che ha circa 58 milioni di abitanti, ha registrato 23.827 decessi per 883.687 casi. Il Sudafrica ha oltre un terzo dei casi di coronavirus segnalati in tutto il continente africano.
- La Bulgaria chiuderà le scuole secondarie, i centri commerciali, i ristoranti, i caffè e le palestre fino al 31 gennaio. Le restrizioni, che dovevano terminare il 21 dicembre, hanno contribuito a ridurre un aumento di nuove infezioni, ma il paese di sette milioni di persone ha ancora uno dei tassi di mortalità pro capite per il covid-19 più alti dell’Unione europea: 21,4 su centomila persone, ponendo il paese al secondo posto dopo la Slovenia. Gli asili e le scuole primarie riapriranno dopo le vacanze di capodanno, ha comunicato il ministro della salute Kostadin Angelov. Il 17 dicembre la Bulgaria ha segnalato 1.959 nuovi casi di coronavirus, portando il totale a 186.246, 6.196 decessi e settemila ricoveri, di cui 570 in terapia intensiva.
- Il capo del servizio sanitario irlandese (Hse), Paul Reid, il 17 dicembre si è detto preoccupato per una recrudescenza dei contagi di covid-19 dopo Natale, citando un aumento dei test positivi e un aumento del 30 per cento nelle richieste di test nell’ultima settimana. L’Irlanda ha attualmente uno dei tassi più bassi di infezioni in Europa, con 77.197 casi totali e 2.140 decessi, e all’inizio di dicembre ha riaperto i negozi di vendita al dettaglio e le strutture alberghiere, con l’eccezione di bar e club. Dal 18 dicembre al 6 gennaio nelle case si potranno riunire tre nuclei familiari e saranno consentiti i viaggi all’interno del paese.
- Gli ospedali di Tokyo faticano a fornire cure di routine a causa di un picco di casi di nuovo coronavirus: 822 il 17 dicembre, rispetto ai 600 giornalieri nelle precedenti due settimane. Il Giappone ha finora evitato di imporre rigide misure di confinamento e ha avuto meno casi rispetto a molti altri paesi, con circa 187mila infezioni e 2.700 decessi registrati complessivamente. Il primo ministro Yoshihide Suga ha ricevuto aspre critiche per aver violato le regole di distanziamento fisico richieste a tutto il paese, partecipando a più feste con più persone, il massimo stabilito dalle norme anticovid imposte dal suo governo.
- Secondo una comunicazione del 17 dicembre dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) la Cina sarebbe disposta ad accogliere il gruppo di ispettori dell’Oms per indagare sulle origini del virus. Pechino finora si è opposta alle richieste in tal senso affermando che sono basate su un atteggiamento anticinese. Tuttavia, non è chiaro se gli investigatori dell’Oms si recheranno nella città di Wuhan dove il virus è stato rilevato per la prima volta. L’itinerario è ancora in discussione ha affermato Babatunde Olowokure, direttore delle emergenze regionali dell’Oms nel Pacifico occidentale. “Per quanto ne sappiamo, la visita si svolgerà all’inizio di gennaio”, ha spiegato il funzionario.Il portavoce del ministero degli esteri cinese Wang Wenbin non ha commentato direttamente la visita dell’Oms, ma ha detto che “la Cina è pronta a rafforzare la sua cooperazione con l’Oms per far avanzare gli sforzi di tracciamento globale e fare la nostra parte nella nostra prima vittoria contro la pandemia”, ha detto.
- Nel Galles, undicimila test positivi non sono stati conteggiati nei dati ufficiali perché il sistema informatico era fuori servizio per manutenzione. Ciò significa che il numero di casi nella regione britannica per la settimana dal 9 al 15 dicembre potrebbe essere circa il doppio di quanto inizialmente registrato, cioè 11.911 casi.
- In Vietnam l’azienda farmaceutica Nanogen ha cominciato il 17 dicembre a testare un vaccino contro il coronavirus su tre volontari ad Hanoi. Il farmaco della Nanogen è uno dei quattro in fase di sviluppo nel paese, e un rappresentante dell’azienda ha detto che dovrebbe costare circa cinque dollari a dose. I volontari saranno monitorati per 72 ore presso la Vietnam military medical university. Nguyen Ngo Quang del ministero della salute ha spiegato che nella prima fase della sperimentazione riceveranno il vaccino 60 partecipanti. Il paese, di cento milioni di abitanti, sta dando la priorità alla produzione interna di un vaccino per assicurarsi vaccinazioni sufficienti per la sua popolazione.
- In Australia la città di Sydney ha registrato un nuovo focolaio, scoppiato con cinque contagi e salito in tre giorni a 17 casi, dopo che nel New South Wales non si registravano casi da almeno dodici giorni. I residenti delle zone costiere da The Spit a Palm Beach dovranno restare a casa per tre giorni. I governi locali ammettono di essere in difficoltà con il tracciamento dei contatti e devono stabilire se il primo caso sia importato dall’estero o locale. Nello stato di Victoria, un rapporto della garante per i diritti dei cittadini, Deborah Glass, accusa le autorità di aver violato i diritti umani di più di tremila residenti nelle case popolari di North Melbourne e Flemington obbligandoli a un confinamento stretto dal 4 luglio e per le due settimane successive senza alcun preavviso e senza un motivo sanitario che giustificasse la fretta della decisione.
- L’Autorità Palestinese spera di ottenere vaccini attraverso la partnership Covax, guidata dall’Oms insieme a diverse organizzazioni umanitarie, che mira a fornire vaccini gratuiti fino al 20 per cento della popolazione dei paesi poveri. Ma Covax finora si è assicurato solo una frazione dei due miliardi di dosi che spera di acquistare nel prossimo anno, non ha ancora confermato alcun accordo effettivo ed è a corto di liquidità. I paesi ricchi hanno già prenotato circa nove miliardi dei 12 miliardi stimati di dosi che l’industria farmaceutica dovrebbe produrre nel 2021. A complicare le cose è il fatto che i palestinesi hanno una sola unità di refrigerazione – nella città oasi di Gerico – in grado di conservare il vaccino Pfizer. In tutto il mondo circa tre miliardi di persone potrebbero avere problemi ad accedere al vaccino a causa della mancanza di una capacità di refrigerazione adeguata.
- Gli israeliani potrebbero presto tornare alla vita normale e a una ripresa economica, anche se il virus continua a minacciare le città e i villaggi palestinesi a pochi chilometri di distanza. Israele ha raggiunto un accordo con la Pfizer-Biontech per fornire otto milioni di dosi del suo vaccino recentemente approvato, sufficienti a coprire quasi la metà della popolazione israeliana di nove milioni, dato che ogni persona deve ricevere due dosi. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha contattato personalmente più volte l’amministratore delegato della Pfizer, Albert Bourla, vantandosi di essere stato in grado di raggiungere l’amministratore delegato alle 2 del mattino. Israele ha unità mobili di vaccinazione con frigoriferi in grado di mantenere il farmaco della Pfizer a meno 70 gradi. Prevede di iniziare le vaccinazioni già la prossima settimana, con una capacità di oltre 60mila somministrazioni al giorno. Israele ha raggiunto un accordo separato con Moderna all’inizio di dicembre per acquistare sei milioni di dosi del suo vaccino, sufficienti per altri tre milioni di israeliani. La campagna di vaccinazione di Israele includerà coloni ebrei che vivono negli insediamenti della Cisgiordania, che sono cittadini israeliani, ma non i 2,5 milioni di palestinesi dello stesso territorio.
- L’Organizzazione mondiale della sanità prevede che i paesi della regione Asia-Pacifico non avranno un accesso prioritario ai vaccini contro il covid-19 e li ha quindi esortati ad adottare misure di lungo termine nel contrasto alla pandemia .“Lo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci è una cosa. Produrli in quantità adeguate e raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno è un’altra”, ha detto il direttore generale dell’Oms, Takeshi Kasai.
- La premier della Nuova Zelanda Jacinda Ardern ha presentato gli accordi sull’acquisto dei vaccini: il paese ha ordinato 15 milioni di dosi da quattro fornitori – 750mila corsi dalla Pfizer, cinque milioni dalla Janssen, 3,8 milioni dalla Oxford-AstraZeneca e 5,36 milioni dalla Novavax . Il 17 dicembre Ardern ha confermato che il trattamento sarà gratuito per tutti, dando la priorità agli operatori sanitari e ai funzionari di frontiera. Il vaccino sarà disponibile nel secondo trimestre del 2021.
- “I vaccini contro il covid-19 saranno sicuri se le agenzie di regolamentazione seguiranno i loro protocolli dei test di sicurezza, già ben documentati”, scrivono su Science David M. Knipe, Ofer Levy, Katherine A. Fitzgerald ed Elke Mühlberge. “La sicurezza deve essere presa in considerazione in ogni fase della scoperta, dello sviluppo e del test dei vaccini. C’è un urgente bisogno di vaccini covid-19 e di progressi positivi , ma rimane un obbligo fondamentale per la salute pubblica condurre una valutazione rigorosa per garantirne la sicurezza e l’efficacia. L’urgente necessità di vaccini covid-19 deve essere bilanciata con l’imperativo di garantire la sicurezza e la fiducia del pubblico seguendo i protocolli stabiliti per i test di sicurezza clinica durante lo sviluppo del vaccino”.
- Negli Stati Uniti la faziosità politica ha avuto un peso 27 volte maggiore della pandemia nell’influenzare le abitudini individuali negli spostamenti secondo uno studio pubblicato da Science Advances e basato su 1,1 milioni di interviste raccolte in cinque mesi. Un dato che secondo gli esperti può rappresentare il più grande ostacolo alla riduzione della mobilità sociale che la maggior parte degli esperti considera fondamentale per limitare la diffusione della pandemia del covid-19.
- Le persone con la sindrome di Down rischiano dieci volte di più di morire per il covid-19 rispetto al resto della popolazione. Nel Regno Unito avranno la priorità nel ricevere il vaccino, ma negli Stati Uniti non è ancora così per le 200mila persone con sindrome di Down, scrive Science.
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