21 ottobre 2022 16:12

Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta poche band sono state influenti e prolifiche come i Pixies. Dalla loro originale commistione di garage rock, hardcore e power pop hanno attinto band come i Nirvana, come ammesso dallo stesso Kurt Cobain. Oggi la band statunitense, ormai matura, non ha più quella carica innovativa, ma è diventata un’istituzione del genere. E lo dimostra Doggerel, il suo ultimo disco pubblicato il 30 settembre 2022, un album realizzato ai Guilford Sound, degli studi di registrazione a basso impatto ambientale che si trovano nel Vermont, negli Stati Uniti. In Doggerel il leader Black Francis è accompagnato sempre più spesso dalla chitarra acustica, anche se a tratti i vecchi Pixies vengono fuori (in Nomatterday). In alcuni brani invece, come nel singolo There’s a moon on, ci sono quasi sonorità anni sessanta.

“Siamo tornati insieme nel 2004, dopo che ci eravamo fermati nel 1993. E la cosa buffa è che di recente, parlando tra di noi, ci siamo resi conto che dopo la reunion è passato più tempo che nella prima parte della nostra carriera. Questo è il periodo più piacevole e rilassante dei Pixies, molto più del primo. Ci stiamo godendo tutto, dai dischi ai tour, e ridiamo un sacco”, racconta il batterista della band, David Lovering, che si trova in un hotel di Roma per promuovere il disco insieme alla bassista Paz Lechantin, diventata parte integrante del gruppo dopo l’abbandono di Kim Deal nel 2013.

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“Lo studio nel Vermont era davvero bello. È un posto costruito di recente, dove non respiri la nostalgia delle cose fatte prima, quindi gli manca da un lato il fascino ma dall’altro non ti condiziona troppo. Dal punto di vista della qualità sonora, è il migliore in cui abbia mai registrato delle parti di basso, sono davvero contenta del risultato finale. E poi le stanze dove dormivamo, ma anche la cucina, erano comode, davvero come stare a casa. Non portavamo neanche le scarpe e i pavimenti erano riscaldati. È stato un bellissimo viaggio”, dice Paz Lechantin a proposito delle registrazioni di Doggerel.

“Abbiamo fatto le cose in modo simile su alcuni brani, ma stavolta Charles (gli altri Pixies chiamano Black Francis con il suo nome di battesimo) ha portato quaranta demo già registrate e ci siamo concentrati direttamente su quelle. Spesso le canzoni dell’ultimo minuto sono le migliori, ma stavolta abbiamo lavorato in modo molto maturo, pensando a queste registrazioni come a un disco, non una raccolta di brani”, aggiunge Lovering. “Penso che in ogni pezzo Charles abbia suonato solo chitarre acustiche, quindi questo è il nostro disco più folk, in un certo senso. Lui stava ascoltando molto folk irlandese in quel periodo”, fa notare Lechantin.

Come si spiega il titolo del disco? “Doggerel lo tradurrei come poesie senza senso, che ne dici David?”, risponde la bassista guardando Lovering, che annuisce.

Cos’hanno in serbo i Pixies per il futuro? “Abbiamo già pronte dieci canzoni registrate ai Rockfield Studios, in Galles, ma vanno ancora finite, sono ancora in una forma grezza. Ma chi lo sa, magari le pubblicheremo nei prossimi mesi”.

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