15 ottobre 2012 09:00

“Dopo cinque anni di governo di Hamas a Gaza, il sistema penitenziario è ingiusto e vìola sistematicamente i diritti dei detenuti”, spiega Joe Stork, vicedirettore di Human rights watch (Hrw) per il Medio Oriente. Questa frase è la sintesi di un rapporto di 43 pagine pubblicato dall’organizzazione la settimana scorsa.

Il ricercatore Bill Van Esveld è venuto a Gaza per presentare il rapporto in una conferenza stampa. Le persone intervistate (sei ex detenuti, sei avvocati difensori, due familiari di un condannato a morte e un ex giudice) hanno chiesto di mantenere l’anonimato.

Chi segue da anni le vicende di Gaza non può essere sorpreso dal rapporto di Hrw. La novità dell’ultimo studio sta nei molti esempi forniti. I rappresentanti di Hamas erano presenti alla conferenza, e naturalmente non l’hanno presa bene. A un certo punto uno di loro è salito sul palco, ha sostituito il simbolo di Hrw con quello del ministero dell’interno e ha trasformato l’incontro in una conferenza stampa governativa.

Il funzionario ha affermato che il numero ridotto di intervistati dimostra la mancanza di professionalità dei ricercatori e che non ci sono torture nelle carceri di Gaza. La prova? Le prigioni sono spesso visitate dagli attivisti per i diritti umani. Ma il rapporto parla soprattutto di torture durante gli interrogatori e le ong sono regolarmente boicottate da Hamas.

Il fatto che il sistema penitenziario di Gaza rispecchi quello della Cisgiordania non è certo una consolazione.

Traduzione di Andrea Sparacino

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