13 ottobre 2011 00:00

La frequenza cardiaca a riposo dev’essere tra i 60 e i 100 battiti al minuto?

La frequenza di un cuore adulto normale a riposo oscilla tra i sessanta e i cento battiti al minuto, ma per alcuni ricercatori bisognerebbe riesaminare il concetto di normalità: in realtà una frequenza a riposo di cento battiti al minuto può essere indice di un rischio maggiore d’infarto e di cardiopatie.

Più di novanta battiti– e forse anche ottanta – possono essere un campanello d’allarme. In uno studio pubblicato sul Journal of Epidemiology & Community Health i ricercatori hanno seguito per vent’anni 50mila persone per vedere se la massima frequenza cardiaca normale a riposo faceva aumentare il rischio di morte per infarto.

Tra le oltre quattromila persone morte per cardiopatie, gli autori hanno visto che la frequenza del cuore a riposo era un buon indicatore: una differenza di dieci battiti al minuto in più, aumentava il rischio di morire d’infarto del 18 per cento nelle donne e del 10 per cento negli uomini. Un altro studio ha rivelato che frequenze a riposo superiori agli ottanta battiti al minuto sono correlate a un maggiore rischio di obesità e di diabete.

Conclusioni Una frequenza cardiaca a riposo superiore a 80 battiti al minuto può essere un indice di rischio.

Internazionale, numero 919, 14 ottobre 2011

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