14 ottobre 2014 10:33

Ufficialmente la Germania non intende fare alcun passo indietro. Nonostante i segnali allarmanti di un rallentamento della sua economia, Berlino sembra non voler prendere in considerazione misure di rilancio in Europa, né al livello nazionale né al livello dell’Unione europea.

A quanto pare le priorità del governo tedesco restano la riduzione dei deficit di bilancio e le riforme strutturali. I tedeschi non sono disposti a “firmare assegni” per l’eurozona, come ha precisato il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble.

La realtà però è diversa, come dimostra il compito affidato il 13 ottobre da Parigi e Berlino a due famosi economisti dalle posizioni chiaramente europeiste.

Jean Pisani-Ferry e Henrik Enderlein sono stati incaricati dai ministri dell’economia francese e tedesco, Emmanuel Macron e Sigmar Gabriel, di compilare entro la metà di novembre un rapporto sulle “interdipendenze tra le due economie e i possibili ambiti politici, d’iniziativa e d’investimento comune che potrebbero contribuire a una crescita più marcata e duratura in Europa”.

Gabriel è il leader della componente socialdemocratica della grande coalizione che governa la repubblica federale. A prima vista si potrebbe pensare che abbia voluto prendere le distanze dalla cancelliera e dai suoi partner conservatori, ma in realtà un portavoce di Angela Merkel ha sottolineato che l’iniziativa punta a sostenere le riforme in Francia.

La verità è che Germania e Francia hanno finalmente deciso di definire insieme politiche comuni basate sulle riforme ma anche sugli investimenti, resi ormai necessari dal rallentamento della crescita e dalla minaccia di deflazione in Europa.

Di fronte alle crescenti pressioni e ai timori per gli effetti della crisi dell’eurozona sull’economia mondiale, la cancelliera è pronta a intraprendere questo cammino con un rapporto che chiederà importanti concessioni tanto a Parigi quanto a Berlino.

È una buona notizia, ma non è l’unica. Dopo il Nobel per la letteratura assegnato a Patrick Modiano, l’attribuzione del premio per l’economia al francese Jean Tirole ha ricordato a tutti che la Francia non è in rovina, e che nonostante le profezie dei più pessimisti ha ancora risorse sufficienti per distinguersi a Stoccolma e affermare, insieme a Berlino, la necessità di un rilancio della crescita.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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