14 novembre 2017 10:59

Mancavano all’appello solo Irlanda, Portogallo, Malta, Danimarca e naturalmente il Regno Unito, che virtualmente è già fuori dell’Unione europea. Rappresentati dai loro ministri della difesa e degli esteri, gli altri stati dell’Ue si sono presentati tutti il 13 novembre a Bruxelles per dare vita alla prima tappa della difesa comune, sotto forma di cooperazione strutturata permanente.

La quasi totalità degli stati dell’Unione si è dunque impegnata a collaborare nello sviluppo di armamenti, materiali di trasporto e strumenti di indagine, ponendo le basi per una ricerca e un’industria militare comuni, per regalare all’Unione una “autonomia strategica” rispetto agli Stati Uniti.

La situazione non cambierà immediatamente. Ci vorranno anni prima di passare dalle intenzioni ai fatti. In ogni caso i più atlantisti tra i paesi europei, come i Paesi Bassi o la Polonia, fanno oggi fronte comune con quelli che, come la Francia e ora anche la Germania, chiedono la creazione di una difesa europea, condizione imprescindibile per la trasformazione dell’Unione in un attore politico di primo piano sulla scena internazionale.

Un solo responsabile
Linee di frattura vecchie quanto l’unità europea sembrano essere state cancellate o comunque superate nel giro di pochi mesi. Tutto questo ha un solo responsabile: Donald Trump.

Mettendo in dubbio l’automaticità della solidarietà tra i paesi dell’Alleanza atlantica e seminando il caos nella diplomazia degli Stati Uniti, il più inverosimile dei presidenti americani ha convinto i più fedeli alleati europei del suo paese che non potranno più affidarsi a Washington.

La rapidità con cui siamo arrivati a questa soluzione è sorprendente

L’ombrello americano si è chiaramente bucato, proprio nel momento in cui gli stati europei assistono all’uscita del Regno Unito, una delle uniche due potenze militari dell’Unione (insieme alla Francia), e prendono atto della gravità delle crisi in Ucraina e Medio Oriente.

Donald Trump ha accelerato un processo che ha permesso a Emmanuel Macron di convincere facilmente Angela Merkel che è arrivato il momento di agire e rifondare l’Unione, inevitabilmente attraverso una difesa comune.

La rapidità con cui siamo arrivati a questa soluzione è tanto più sorprendente se pensiamo che oggi la Francia e la Germania propongono ai loro partner di avanzare in altri ambiti comuni oltre alla difesa, non cercando l’unanimità, ma ognuno con i suoi tempi, creando in quest’ottica sistemi di cooperazione permanente, avanguardie la cui nascita è prevista dai trattati.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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