30 novembre 2014 18:13

“Senza troppo pudore posso dire che noi abbiamo realizzato, con questa legge di stabilità, molti punti programmatici che erano del Popolo della libertà di cui io ero segretario”. Un provvedimento onnicomprensivo come quello che fissa il bilancio dello stato si presta ad affermazioni come questa. Il ministro dell’interno e leader del Nuovo centrodestra (Ncd), Angelino Alfano, molto probabilmente si riferisce alle misure di riduzione delle tasse. E, prima fra tutte, a quella riduzione dell’irap alle imprese legata al cosiddetto costo del lavoro.

Ma se anche un manifesto del Partito comunista italiano di fine anni ottanta invitava a “ridurre il peso fiscale sui lavoratori e sulle imprese” e alla “fiscalizzazione degli oneri sociali che pesano sulle aziende e i lavoratori”, forse l’affermazione di Alfano può essere tranquillamente destrutturata.

La riduzione dei carichi fiscali su imprese e lavoratori è da anni, ormai, un tema che destra e sinistra condividono senza patemi. La Cgil critica il carattere generale delle agevolazioni che andrebbero a premiare tutte le imprese, anche quelle che “licenziano, che non investono e delocalizzano l’attività”, ma quello che rimane profondamente diverso tra destra e sinistra è l’approccio alla tassazione dei redditi da patrimonio e capitale e ancora più divergenti sono le strategie di lotta all’evasione fiscale.

La legge di stabilità approvata oggi alla camera dopo le modifiche in commissione, e ora destinata al senato per il via libera definitivo, è stata varata dal governo il 15 ottobre accompagnata da 28 slide e dalla impegnativa affermazione: “Ci sono 18 miliardi di tasse in meno rispetto al 2014. La più grande riduzione della storia repubblicana”. Vediamo, tra le tante, le principali misure approvate e i nodi ancora da sciogliere.

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Bonus 80 euro
Oltre la metà dei 18 miliardi di riduzione delle tasse è rappresentata dalla conferma del bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti (ancora esclusi pensionati e partite iva) con reddito lordo sotto i 26mila euro. Va ricordato che l’introduzione del bonus è stata finanziata aumentando la tassazione sulle banche e sulle rendite finanziarie portata dal 20 al 26 per cento.

Irap e nuove assunzioni
La legge di stabilità prevede per le imprese la deduzione integrale, dall’irap, del costo complessivo sostenuto per il lavoro dipendente a tempo indeterminato. In un altro articolo è anche previsto l’esonero dal pagamento dei contributi per tre anni per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato. Su franchigie e altri aggiustamenti per la nuova Irap è chiamato a intervenire il senato.

Partite iva
Una riduzione delle tasse e una semplificazione del regime fiscale è anche prevista per i lavoratori a partita iva a basso reddito. Ma le soglie esigue fissate dal governo rischiano di rendere pressoché inefficace l’intervento finendo, addirittura, per alzare le tasse ai lavoratori autonomi sotto i 35 anni. Se a questo si aggiunge la mancata previsione del bonus degli 80 euro per questo tipo di lavoratori e l’aumento beffa dell’imposizione previdenziale destinata a schizzare ad oltre il 33 per cento nei prossimi mesi, ecco delinearsi per free lance, giovani professionisti e autonomi una stangata mortale. Ancora più crudele se messa in parallelo con le agevolazioni rivolte a dipendenti e imprese. Questo resta uno dei nodi principali che la discussione in senato è destinata ad affrontare.

Tfr in busta paga
Una importante novità riguarda la possibilità per i lavoratori assunti da almeno 6 mesi di convertire il trattamento di fine rapporto (tfr) in una cifre mensile inserita in busta paga. Secondo le stime la progressione della tassazione su queste cifre renderà l’operazione vantaggiosa solo per chi ha redditi annuali fino a circa 28mila euro. Per i redditi più alti scatterà un aumento delle tasse rispetto al riscatto delle cifre alla fine dell’attività lavorativa.

Regioni, province, comuni
Il taglio di risorse per regioni, province e comuni è forse il punto più fragile dell’intera impalcatura della legge di stabilità. Se questa riduzione delle risorse, anziché andare a razionalizzare strutture e funzioni degli enti locali, venisse trasferito sui servizi per i cittadini, finirebbe per vanificare ogni beneficio dei tagli di tasse. Nelle audizioni in parlamento, gli enti locali hanno evocato il default se non verranno inseriti correttivi. È l’allentamento del patto di stabilità interno la chiave per rendere sostenibile l’intervento del governo. Anche su questo tema sono possibili interventi in senato.

Local tax
Un provvedimento che potrebbe accordarsi con le richieste degli enti locali, ma che il governo ha deciso di rinviare alla discussione in senato è il possibile accorpamento di imu e tasi, sotto la definizione di “local tax”. L’accorpamento di imu e tasi porterebbe infatti con sé anche un trasferimento ai comuni del gettito imu sugli immobili di categoria D (i capannoni) e allo stato dell’addizionale irpef, che andrebbe così a “ricongiungersi” con l’imposta sul reddito.

Scuola
Viene creato il fondo “La buona scuola” destinato alle assunzioni di docenti precari e personale non docente, alla formazione e alla dotazione degli istituti di connessioni internet wi-fi.

Bonus bebè e famiglie numerose
Con una modifica approvata alla camera l’assegno da 80 euro ora è solo per i nuclei familiari che presenteranno un isee non superiore ai 25mila euro (e non più ai redditi sotto i 90mila). Arrivano anche mille euro all’anno in buoni acquisto per le mamme che hanno almeno quattro figli e un reddito isee inferiore a 8.500 euro, pari a circa 32mila euro di Ise, con cui poter comprare prodotti e servizi per i figli.

Ebook
L’iva sui libri digitali passa dal 22 al 4 per cento, adeguandosi a quella sui libri cartacei.

Banche dati antievasione
L’agenzia delle entrate potrà usare tutti i dati riguardanti i contribuenti (incrociando banche dati bancarie, fiscali e previdenziali) senza concentrarsi sulle liste selezionate, cioè solo sui contribuenti a maggior rischio evasione, come era stato previsto in precedenza.

Minoranza del Partito democratico
La valutazione della minoranza del Partito democratico (Pd) sulla legge di stabilità è stata inizialmente molto negativa. Secondo Stefano Fassina, ex sottosegretario all’economia del governo Letta, la manovra punta erroneamente “su un’impennata di investimenti privati affidati alla ritrovata ‘fiducia’ degli animal spirits imprenditoriali, liberati dall’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, dall’irap sul lavoro a tempo indeterminato e dalla contribuzione sociale per i neoassunti a contratto standard”. Al contrario si sarebbe dovuto puntare su “investimenti nell’edilizia e nella messa in sicurezza del territorio, attività a alta intensità di lavoro e basso impatto sulle importazioni”. Ciononostante, i deputati della minoranza del Pd hanno deciso di votare a favore rivendicando le modifiche apportate in commissione bilancio e rinviando all’esame in senato ulteriori interventi.

Cgil
Il principale sindacato italiano è molto critico con la legge di stabilità e l’ha inserita tra i motivi dello sciopero generale del 12 dicembre. Tra le tante critiche, secondo la Cgil “il governo scommette su una forte riduzione delle tasse alle imprese, ma gli incentivi direttamente legati alla stipula di nuovi contratti a tempo indeterminato realizzeranno più stabilizzazioni e sostituzioni che nuovi occupati”.

Confindustria
Il giudizio degli industriali sulla stabilità è positivo per la riduzione delle tasse sul lavoro, ma c’è ancora troppo poco sugli investimenti e sulla crescita. Secondo il presidente di confindustria Giorgio Squinzi “manca un’azione decisa sugli investimenti. L’aumento degli investimenti pubblici, per sostenere la domanda interna (e con effetti positivi sulla competitività), è fondamentale per il rilancio del paese”.

Sbilanciamoci
Chi ha provato a riscrivere completamente la manovra di bilancio è stato Sbilanciamoci, la piattaforma che raccoglie 48 associazioni, da Actionaid a Wwf, passando per Altreconomia, Emergency, Altromercato, Caritas e Arci. Anche loro puntano su un taglio delle tasse, ma lo alternano a un innalzamento progressivo delle aliquote sui redditi dai 50mila euro lordi in poi e sulla introduzione di una tassazione sul patrimonio mobiliare e immobiliare. Poi dai tagli ad armamenti, scuole e sanità privata e grandi infrastrutture recuperano le risorse per introdurre un reddito di cittadinanza.

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