03 febbraio 2010 00:00

Nella crisi economica che ha colpito i giornali, e in particolare i quotidiani francesi, tutti sanno che il problema principale è la progressiva scomparsa delle entrate pubblicitarie. E Libération, che ha parecchi problemi anche a livello redazionale, è una delle testate che ne risente di più.

Ma ci sono delle volte in cui la presenza di una pubblicità può essere perfino controproducente. Come nel caso dell’edizione di venerdì 15 gennaio. Libé aveva dato grande spazio alla tragedia di Haiti dopo il terremoto. Ma a pagina 7, una pubblicità di auto di lusso attira l’attenzione con queste parole: “La gioia fa durare il piacere”.

L’impressione è forte, soprattutto quando sulla stessa pagina si leggono frasi come: “Avevo il cuore in gola” o “Il terreno sembrava sollevarsi davanti a me come in ondate successive”.

Vengono in mente i numerosi esempi di inserzioni di compagnie aeree o tour operator in occasione di un incidente aereo. Da un punto di vista giornalistico è una coincidenza inaccettabile. Purtroppo però ci sono ragioni economiche e contratti firmati contro i quali i redattori non hanno alcun potere.

Inoltre gli spazi pubblicitari sono spesso riservati. Cioè sconosciuti alla redazione, e si lavora alla cieca, senza sapere cosa contengono. Insomma, siamo di fronte a un vero e proprio accecamento della ragione.

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