03 maggio 2012 00:00

In occasione della retrospettiva che la Bibliothèque nationale de France dedica a Joël-Peter Witkin (fino al 1 luglio) escono due libri così diversi tra loro che permettono di riflettere sul modo in cui “leggiamo” la fotografia. Il primo è il catalogo della mostra, pubblicato da La Martinière. Un bel lavoro editoriale in cui i nani, le transessuali, i malati di mente ritratti da Witkin in modo spesso spettacolare, dialogano con incisioni e opere di Dürer, Rembrandt, Goya, Picasso, Ensor. Una proposta di lettura colta e sapiente che grazie agli accostamenti e a ottimi testi porta il lettore verso una comprensione intellettuale dell’opera di Witkin e che dovrebbe convincere anche chi è scandalizzato dalle provocazioni raffinate del fotografo statunitense.

Robert Delpire, in un libro forte, dal ritmo sapientemente studiato, propone una lettura dell’opera di Witkin a partire dai dettagli. Prende alcuni particolari delle immagini, talvolta molto difficili da individuare, e li propone come chiave per esplorare e risolvere un enigma visivo. Un lavoro sorprendente che dà modo di riflettere sulla percezione delle immagini. Dallo stesso materiale, dunque, nascono due libri molto differenti. Dicono cose diverse, ma entrambi sono consapevoli che l’allestimento di un volume non è mai neutrale. L’edizione è sempre una manipolazione, non per forza da intendere con un senso negativo, e comunque inevitabile.

Internazionale, numero 947, 4 maggio 2012

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