01 dicembre 2020 12:44

Quando in letteratura si vuole indicare qualcosa di prezioso o di audace, si parla di romanzo di ricerca. È un romanzo che tende a parlare la lingua del passato, quella che crediamo di aver dimenticato, e nei casi migliori si sforza di reinventarla. Oppure tira fuori una lingua nuova, c’impone il suo ritmo, e prova a rendere familiare il perturbante. A volte in questo corpo a corpo tra forma e sostanza succedono cose molto belle, e vengono fuori libri che sanno essere anche popolari. Storie di tutti, intelligenti e accessibili. È questa la loro idea di fondo: tentare di raggiungere qualcuno, e poi farlo.

Iosonouncane suona dal vivo nella redazione di Internazionale


Cos’è la canzone di ricerca invece? Quando è uscito Novembre, il primo brano inedito di Iosonouncane dai tempi di Die, preludio di un disco molto atteso intitolato Ira, la questione della ricerca è emersa subito, stagliandosi in maniera perentoria rispetto ai suoni di questo valzer gentile e contemporaneo. Jacopo Incani dice parole vecchie senza sciuparle, svelando il suo rispetto per il presente e le inquietudini. In realtà il segreto di Novembre è semplice. È una canzone che si memorizza come una poesia e non come un meme: “E intanto Cristina dormiva sempre meno, tre chiodi nel seno”. Anzi, suscita quasi esercizi da formalismo russo, fa venir voglia di notare quante volte torna la parola figlia o uomo o lago.

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Nell’anno del centenario di Gianni Rodari, una delle canzoni più riuscite arriva con le ricorrenze delle filastrocche, dentro e fuori la tradizione, e come uno sciame elettrico. Iosonouncane ha cercato, ha trovato.

Questo articolo è uscito sul numero 1386 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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