30 ottobre 2003 00:00

Mia figlia di tredici anni mi ha detto di essere lesbica e pronta a parlarne con i suoi amici. Anche se non ho nessun problema con l’omosessualità, vorrei che aspettasse a parlarne perché ho paura della reazione dei compagni di scuola. –Stella

Tua figlia è una ragazza molto fortunata. Primo perché vive in un’epoca e un contesto sociale che le permettono di riconoscere e accettare la propria omosessualità a tredici anni. E secondo perché ha una madre che non ha nessun problema al riguardo.

Il dramma è quando manca una di queste due condizioni: penso a chi nasce lesbica in Iran o a chi ha una famiglia che la butta fuori casa. Ma se una ragazzina si sente a posto con il suo orientamento sessuale vuol dire che è cresciuta in un ambiente sano che le ha trasmesso la forza di affrontare il mondo. Qualche compagno reagirà male, qualcuno la prenderà in giro, ma penso che la maggior parte dei suoi amici la sosterrà.

E c’è di più: un altro dramma degli omosessuali della generazione precedente era la mancanza di un’adolescenza vissuta appieno. Spesso si trovava il coraggio di accettare il proprio orientamento non prima dei diciotto, vent’anni, rendendosi conto di aver vissuto un’adolescenza con emozioni nascoste o represse.

Per tua figlia non sarà così: vivrà alla luce del sole le passioni, i dolori, le sensazioni tipiche della sua età, diventando forte e serena. E questo farà di te una mamma molto fortunata.

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