29 gennaio 2018 12:00

Sono cresciuto con la storia del topolino che si prendeva i dentini la notte, ma ora mio figlio parla di una fatina: mi devo arrendere all’americanizzazione di questa tradizione?

C’è un film d’animazione del 2012 che s’intitola Le 5 leggende e ha come protagonisti i più noti personaggi immaginari anglosassoni per bambini: ci sono Babbo Natale, il coniglio di Pasqua, Sandman, Jack Frost e, appunto, la fata del dentino. A un certo punto spunta un topolino vestito da francese che raccoglie i denti. “Chi è quello?”, chiedono gli altri alla fata del dentino, che risponde: “Lui copre il mercato europeo”.

Il motivo per cui la fata sta cominciando ad avere la meglio sul topolino europeo, però, non è solo l’americanizzazione: diciamoci la verità, l’idea di un ratto che ti s’infila nel letto mentre dormi è un incubo per grandi e piccini. E in ogni caso ti racconto un episodio che dimostra quanta poca differenza faccia chi porta il soldino.

Prima di venire in Italia i miei figli hanno abitato in tre paesi diversi e hanno avuto a che fare con valute diverse: tra euro, franchi svizzeri, corone danesi e sterline non hanno mai capito niente di soldi. Un giorno però mia figlia ha preso in mano una confezione di Lego in un negozio di Londra e mi ha chiesto: “Papà, quanti dentini costa questo?”. A prescindere dalla valuta che ricevevano, i miei figli avevano capito che il valore d’acquisto di un dente restava uguale in ogni paese e l’avevano adottato come moneta di riferimento. E mentre io mi arrovellavo su come gestire la tradizione, loro avevano gli occhi puntati sul contante.

Questa rubrica è stata pubblicata il 26 gennaio 2018 a pagina 14 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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