11 dicembre 2020 17:18

Da tempo pratico crossdressing, mi fa sentire bene con me stesso e con gli altri. Durante il lockdown i miei genitori lo hanno scoperto e la loro reazione non è stata positiva. Anche se proviamo tutti a far finta di nulla, la tensione è sempre altissima. Cosa posso fare? –Margot

“Il crossdressing, vestirsi con abbigliamento e accessori di un genere diverso dal proprio, è una tradizione molto antica”, mi ha spiegato Isabella Borrelli, l’attivista femminista e lgbt+ a cui ho chiesto consiglio per risponderti. “In Nuova Guinea il travestitismo era considerato una sorta di festeggiamento: ogni scusa era buona per indossare abiti dell’altro genere, come una caccia andata bene o un buon raccolto. In Europa lo fecero per primi i greci: il travestitismo era associato all’abito sacro e unire tra loro espressioni di generi diversi – oggi diremmo ‘vestirsi in modo fluido’– significava intersecare l’umano con il divino”.

Sulla tua situazione, Borrelli pensa questo: “Il coming out è un momento prezioso, che andrebbe fatto quando si è pronti e non quando ce lo impone un lockdown. Quindi mi dispiace molto che tu abbia dovuto viverlo così. Davanti a te hai delle persone spaventate che non capiscono di cosa si tratti e temono tu possa soffrire. Riprendi il discorso solo se e quando ti andrà di farlo, magari anche con il supporto di una terza persona, ma tieni presente che dovrai spiegare tante cose. E per metterli nella condizione di comprendere, è importante capire prima cosa vuoi dirgli. Riflettere su cosa rappresenti per te il crossdressing e sul perché ti fa stare bene”.

Questo articolo è uscito sul numero 1388 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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