19 febbraio 2021 16:40

Un matrimonio è una decisione che si prende in due mentre un divorzio è spesso la scelta di uno solo. Un partner decide di farsi una nuova vita e l’altro subisce. Figli e parenti che subiscono. La legge va bene com’è (sono una signora stagionata che tanti anni fa era una sposina in piazza a difendere il divorzio). Ma a livello culturale, non sarebbe meglio riflettere sulle conseguenze che le azioni di uno hanno sulla vita di altri? Non lasciare sul campo troppe vittime in nome della propria libertà? –Giulia

Quando si scioglie un’unione, che sia la propria o quella di una persona cara, fa proprio male. Quindi rispetto il tuo dolore, che immagino essere quello di una madre con il cuore spezzato per il figlio o la figlia che affronta un divorzio. Ma non credo che il matrimonio sia una decisione che si prende in due, è piuttosto la coincidenza di due decisioni individuali. E questo resta valido anche quando si tratta di scegliere se mandarlo avanti oppure no. Ogni componente della coppia mantiene il diritto di decidere individualmente sulle questioni importanti, pensa per esempio a quella se avere figli oppure no. Se c’è coincidenza di intenti si va avanti, altrimenti no. E anche se può sembrare ingiusto a chi subisce il veto, questo principio serve a rendere il matrimonio più paritario rispetto a quando era l’uomo di casa a decidere tutto. E comunque, credo che restare in un matrimonio che ti rende infelice per evitare di far soffrire gli altri sia una scelta emotivamente poco onesta che poi finisce per fare ancora più danni, a se stessi e agli altri.

Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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