14 febbraio 2014 09:37

Stranamente nessuno aveva ancora pensato di adattare Romeo e Giulietta alla realtà belga. O forse in un paese così diviso tanta reciproca passione risultava inconcepibile? Alla fine l’idea è venuta a un regista di padre fiammingo e madre vallone, Yves Beaunesne, che con il suo Roméo et Juliette bilingue ha inaugurato il nuovo Teatro di Liegi prima di approdare a Bruxelles.

(dal [sito][1] del Théâtre Le Public di Bruxelles)

Ponendo come ostacolo all’amore dei due giovani la lingua oltre che la rivalità tra le famiglie, Beaunesne raddoppia la tensione. Giulietta in famiglia e nei monologhi parla neerlandese, Romeo si dispera in francese e in francese si scambia raffiche di battute con Mercuzio e Benvolio, e quando incontra Giulietta vorrebbe esprimersi nella lingua dell’amata, ma balbetta, maledice la propria ignoranza e allora, come accade da queste parti, dove è più facile che un fiammingo parli francese, è Giulietta a venirgli incontro. La loro unione avviene anche così, spiegano il regista e gli attori in questo [servizio][2].

Quello di Beaunesne non è il primo adattamento bilingue del testo di Shakespeare. Nel 1989 due compagnie canadesi diedero vita a un [Romeo and Juliette][3] in quebecchese e inglese, mentre nel 1994 andò in scena a Gerusalemme una [versione][4] in arabo ed ebraico. Di Romeo y Julieta anglo-spagnoli ce ne sono stati vari, tra cui una [produzione][5] del 2010 a New Brunswick, nel New Jersey, e l’estate scorsa il Bitola Shakespeare Festival, in Macedonia, ha aperto con una [versione][6] del testo in russo e macedone. Sempre in Canada, un’associazione sta raccogliendo fondi per produrre lo [spettacolo][7] in inglese e lingua dei segni.

Forse per non essere accusato di faziosità, Beaunesne ha affidato le musiche a un gruppo belga che canta in inglese, [My Little Cheap Dictaphone][8]. Dopo tre anni di tournée con il loro terzo lavoro, The tragic tale of a genius, un [concept album][9] ispirato alla vita di Brian Wilson dei Beach Boys, hanno da poco pubblicato The smoke behind the sound, da cui è tratta questa Fire.

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Francesca Spinelli è giornalista e traduttrice. Vive a Bruxelles e collabora con Internazionale. Su Twitter: @ettaspin

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