16 settembre 2016 18:07

Skepta, Man
Il Mercury prize è il riconoscimento musicale assegnato ogni anno al miglior album britannico o irlandese. E la sua giuria è coraggiosa. Tra i finalisti di quest’anno c’erano, tra gli altri, David Bowie, Radiohead, Savages e Michael Kiwanuka, ma i giurati hanno deciso di premiare Skepta, un rapper (lui preferisce definirsi “attivista”) che negli ultimi anni ha portato all’attenzione del grande pubblico il grime, un genere nato nell’est di Londra che fonde Uk garage, rap e acid house. Il suo quarto album, Konnichiwa, è uscito a maggio. È un concentrato di rap di strada che lancia un ponte tra Tottenham, uno dei quartieri più disagiati di Londra, e i ghetti degli Stati Uniti. Non è un caso che abbia ricevuto la benedizione di Drake. Come ha scritto Alexis Petridis sul Guardian, Konnichiwa “è in prima linea tra le cose eccitanti che succedono oggi nel pop britannico”.

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Radiohead, The present tense
Thom Yorke, Jonny Greenwood e una drum machine ripresi da Paul Thomas Anderson. È facile fare i minimalisti quando hai solo ingredienti di prima scelta. I Radiohead, tanto per cambiare, lo fanno. The present tense è uno dei brani più belli di A moon shaped pool, l’ultimo disco della band di Oxford. Questa versione semiacustica è molto intima e conserva la vena latinoamericana del pezzo originale, soprattutto grazie ai fraseggi di chitarra del solito gigantesco Jonny Greenwood. Da ricordare il verso: “This dance is like a weapon of self defence against the present
(Questa danza è come un’arma di autodifesa contro il presente)”.

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Kaitlyn Aurelia Smith & Suzanne Ciani, Closed circuit
La casa discografica Rvng Intl da qualche tempo fa una cosa interessante: mette insieme musicisti di diverse generazioni e gli fa fare un disco insieme. Stavolta ha fatto incontrare Suzanne Ciani, pioniera dei sintetizzatori modulari, con la compositrice Kaitlyn Aurelia Smith. Il risultato, Sunergy, è uno splendido album ispirato alle coste della California, un viaggio psichedelico racchiuso in due soli brani (più uno bonus). La genesi dell’album è stata raccontata da questo documentario, girato da Sean Hellfritsch.

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The Men, Lion’s den
I The Men sono un gruppo rock inquieto. Ogni loro disco somiglia poco al precedente. Proveniente dalla scena noise, la band si era avvicinata al rock con il precedente Tomorrow’s hits, un disco trascinato dal notevole singolo Pearly gates. Il nuovo album del gruppo, Devil music, uscirà l’11 novembre ed è stato anticipato dalla schizzata Lion’s den. Sarà un ritorno alle origini del gruppo di Brooklyn? Difficile dirlo.

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Michael C. Hall, Lazarus
A proposito di Mercury prize. Durante la cerimonia di premiazione, tra gli altri, si è esibito l’attore Michael C. Hall, che ha interpretato in modo molto credibile Lazarus di David Bowie, secondo brano estratto da quel capolavoro chiamato Blackstar. Hall, che molti ricorderanno per le serie tv Six feet under e Dexter, è uno dei protagonisti dell’omonimo musical composto dal Duca bianco prima della sua morte. Quello che sorprende non è la sua capacità di immedesimarsi, visto che è un ottimo attore, ma la sua prestazione vocale.

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