23 agosto 2002 00:00

È stato il tormentone di questa estate. I giornali europei e nordamericani hanno ospitato pagine e pagine di opinioni sul prossimo, imminente attacco di Bush contro l’Iraq.

Ammesso che le guerre possano mai essere necessarie, l’eventuale conflitto contro Baghdad appare – in particolare agli europei – inutile e dannoso, strumentale soprattutto agli interessi privati e forse elettorali del presidente statunitense. A poche settimane dal primo anniversario dell’11 settembre e con la guerra in Afghanistan ancora in corso, l’ultima cosa di cui c’è bisogno è l’apertura di un nuovo fronte.

Nel suo articolo Marc Cooper racconta che tutti i leader del partito democratico sono favorevoli all’intervento e che le uniche voci contrarie sono quelle di repubblicani improbabili. “Forse dovremmo spendere più energia a riflettere sull’inaridirsi della nostra democrazia”, conclude Cooper.

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