20 maggio 2004 00:00

“Invito tutti i governi a unirsi agli Stati Uniti e alla comunità dei paesi rispettosi delle leggi nel proibire, scoprire e condannare qualsiasi atto di tortura. Noi daremo l’esempio”. Sono parole di George W. Bush, citate da Mark Bowden in un lungo articolo sulla tortura che Internazionale ha pubblicato il 31 ottobre 2003 (l’articolo è online). L’affermazione di Bush non è una semplice bugia: risponde a una logica ben precisa. Bowden parlava in particolare dell’uso della “tortura leggera” – quella che non infligge danni permanenti – per ottenere informazioni vitali. La conclusione del giornalista era che questa tortura sembra essere “moralmente accettabile” ma che va affrontata con “un pizzico d’ipocrisia”: cioè, gli stati dovrebbero condannare pubblicamente e lasciar correre in segreto. Almeno finché – aggiungiamo noi, oggi – non arriva un soldato semplice che decide di farsi una foto ricordo.

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