18 novembre 2004 00:00

In questi tempi tormentati è sempre più forte il bisogno di sapere, capire, farsi un’idea. Sarà anche per questo che i lettori e le lettrici di Internazionale continuano ad aumentare. Da questa settimana ci sono più pagine e nuove rubriche. Come i programmi dei computer, che vengono costantemente aggiornati e migliorati, abbiamo chiamato questa versione di Internazionale 4.0. È la quarta volta, in undici anni, che Internazionale si arricchisce. Due cose non sono cambiate: i migliori articoli della stampa straniera e le più belle foto della settimana. Per il resto, molte novità. Gli editoriali su temi forti del momento aprono Internazionale. La sezione Nel mondo contiene notizie, commenti e un approfondimento chiamato Focus. In questo numero si parla di guerre dimenticate, con Giulio Albanese, missionario e giornalista. Ci occuperemo di temi come carceri, migrazioni, lavoro e libertà di stampa. I nostri columnist sono aumentati, e accanto ai commentatori stranieri ci sono adesso alcuni ospiti italiani. L’economista Tito Boeri parla di numeri, il linguista Tullio De Mauro di parole, Goffredo Fofi di libri. Nel confronto due opinioni diametralmente opposte. Seguono il ritratto (apre la serie la giornalista russa Anna Politkovskaja) e il portfolio fotografico. A questo punto comincia la sezione cultura: cinema, libri e musica. Sono rubriche pensate per aiutare nella scelta. Prendiamo i film, per esempio. Due pagine di brevi recensioni di pellicole attualmente nelle sale italiane, firmate dai critici dei giornali di tutto il mondo. Per i film italiani abbiamo coinvolto i corrispondenti stranieri. Poi c’è la tv: una selezione di programmi da reti italiane e satellitari, con il commento di Tobias Jones. Le pagine di società ospitano tra l’altro l’oroscopo di Rob Brezsny – già popolarissimo nel nostro sito. Dopo le strisce a fumetti, chiudono due pagine di annunci di associazioni e ong. Qualche tempo fa, in un’intervista al Corriere della Sera, Elio delle Storie tese ha raccontato che il suo motto è una frase di Elio Petri: “L’ultima linea di resistenza è fare bene le cose”. È anche il nostro motto. O almeno ci proviamo. Se non ci riusciamo – ma anche se ci riusciamo – potete farcelo sapere, scrivendo a posta@internazionale.it

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it