26 novembre 2009 00:00

Dietro un grande giornalista c’è spesso un grande giornale. Non solo perché un grande giornale ha molti soldi, ma soprattutto perché il lavoro di un grande reporter è sempre il risultato del lavoro di una grande squadra. Oltre al direttore, i vicedirettori, i caporedattori, i giornalisti e i collaboratori, nella redazione del New Yorker ci sono 15 copy editor e 18 fact checker. Ogni articolo viene riletto e controllato sei o sette volte da persone diverse. I copy editor si preoccupano soprattutto della coerenza, della scorrevolezza del testo, dell’uniformità stilistica. I fact checker verificano ogni singola informazione, spesso contattando direttamente le persone citate nell’articolo. Il ricorso a fonti che preferiscono l’anonimato è piuttosto raro nella stampa americana, ma negli articoli di Seymour Hersh è frequente: è l’unico modo per riuscire a pubblicare informazioni che altrimenti non potrebbero essere divulgate. E dato che si tratta di inchieste particolarmente delicate, la verifica è affidata direttamente al direttore, David Remnick: “So chi è ogni persona citata nei suoi pezzi, ogni ‘agente dei servizi segreti in pensione’, ogni generale”.

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