03 marzo 2011 00:00

Amanda Hocking è una ragazza di 26 anni. Vive ad Austin, in Minnesota, negli Stati Uniti. Va all’università, fa collage e beve Red Bull. E scrive romanzi. Storie di vampiri e zombie con un po’ di paranormale. Ne ha scritti nove, tra cui una trilogia: Scambiata, Lacerata, Ascendere. In un anno ha venduto novecentomila copie. Fin qui niente di straordinario: un fenomeno editoriale notevole, ma come tanti altri che in questi anni sono arrivati anche in Europa e in Italia. La novità di Amanda Hocking è che vende i suoi libri solo online su Amazon. Sono libri digitali. E non ha un editore. Business Insider calcola che se continua a questo ritmo, alla fine dell’anno potrebbe aver guadagnato più di un milione di dollari. La storia di Amanda Hocking racconta le straordinarie potenzialità di internet per chi produce cultura, che siano romanzi o canzoni, documentari o foto, videogiochi o inchieste giornalistiche. La possibilità, cioè, di saltare tutti i passaggi, gli intermediari e gli ostacoli, e mettersi direttamente alla prova. Amanda Hocking è la fine di un alibi per tutti i geni incompresi. Non ci sono più scuse, per chi ha un best seller nel cassetto. Non ci sono più i rifiuti delle case editrici o i no delle major discografiche dietro cui nascondersi. Chi ha una buona storia da raccontare deve solo farsi avanti.

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