Fare un viaggio in bicicletta insieme a mio figlio. Fare un podcast. Salire su una baita a duemila metri e rimanerci per un po’. Imparare ad amare la mia rana. Dopo due anni e mezzo svuotare l’ultimo scatolone del trasloco. Trovare il tempo. Leggere meglio. Non pago affito, non faccio opraio. Espandere i miei superpoteri. Parigi. Non sprecare. Riparare le cose rotte. Fare ordine nella biblioteca del Kindle. Pensarci prima. Coltivare rapporti di buon vicinato. Fare spazio. Accorciare la strada verso casa. Tornare in Irlanda. Spegnere il telefonino e riprendere un libro in mano prima di andare a dormire. Finire (finalmente) di leggere tutti i libri lasciati a metà. Annientare l’inverno, i refusi e le case senza balconi. Fare un viaggio oltre oceano. Scalare. Cucinare di più. Difendere l’articolo 138 della costituzione. Prendere lezioni di recitazione. Andare a più di duemila metri d’altitudine. Schiena dritta e spalle aperte. Usare meglio i social network. Ogni mese un weekend in una città italiana. Volare alto, altissimo!, e atterrare sempre nello stesso punto. Dare retta alle mie amiche. Distaccarmi dalle persone che amo, per poterle amare di più e meglio. Spolverare la libreria. Imparare almeno due parole di arabo. Andare più spesso dal parrucchiere. Fare un’inchiesta sulla vita sessuale delle donne italiane. Scoprire la formula segreta per non far morire tutte le mie piante. Fare la proposta di matrimonio. Mettere in ordine i cd e i fumetti. Laurearmi. Riuscire a realizzare uno dei buoni propositi precedenti. Imparare finalmente a fare il barrè. Rispettare di più il Molise. Avere pazienza. Curiosare costruttivamente con costanza. Cercare di capire.
Come ogni anno, questi sono i buoni propositi della redazione di Internazionale. E i vostri?
Questa rubrica è stata pubblicata il 23 dicembre 2016 a pagina 9 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati
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