30 agosto 2018 15:15

Il mondo del festival di Internazionale a Ferrara, disegnato da Anna Keen, quest’anno ha i capelli lunghi, gli stivali rossi e balla con una sveglia che suona, perché il tempo è scaduto.

La sveglia del movimento femminista suonerà a Ferrara con Marta Dillon, scrittrice e giornalista argentina tra le fondatrici di Ni una menos; Ida Dominijanni, giornalista e filosofa italiana; Marta Lempart, femminista polacca; Laurie Penny, giornalista britannica; Katha Pollitt, giornalista statunitense; Rafia Zakaria, scrittrice pachistana.

La sveglia contro il razzismo suonerà con Pape Diaw, attivista italo-senegalese; Gad Lerner, giornalista italiano; Aboubakar Soumahoro, sindacalista italo-ivoriano. La sveglia contro i nazionalismi suonerà con Rana Dasgupta, scrittore britannico; Slavenka Drakulić, giornalista croata; Martin Pollack, saggista austriaco; Ulrike Guérot, politologa tedesca.

Anche altri scrittori e scrittrici di tutto il mondo suoneranno la sveglia: Zadie Smith dialogando con Hanif Kureishi, Jhumpa Lahiri con Domenico Starnone, Daria Bignardi con Hanne Ørstavik, Helena Janeczek con Igiaba Scego. E lo faranno, insieme alla scrittrice Suad Amiry, quattro autori del numero di Internazionale sulla letteratura palestinese uscito alla fine dell’anno scorso: Atef Abu Seyf, Selma Dabbagh, Elias Sanbar e la fotografa Rula Halawani.

Invece per Gipi, autore di fumetti e regista, la sveglia non suonerà: giorno e notte, durante tutto il festival, leggerà i nomi delle trentamila persone morte dal 1993 a oggi nel tentativo di arrivare in Europa.

Dal 5 al 7 ottobre a Ferrara ci saranno 112 incontri, 12 laboratori per bambini, otto documentari, altrettanti audiodocumentari, cinque mostre, e tantissime sveglie pronte a suonare.

Questa rubrica è uscita il 31 agosto 2018 nel numero 1271 di Internazionale, a pagina 7. Compra questo numero | Abbonati

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