03 novembre 2011 00:00

Sarà perché è una via di mezzo; sarà perché separa ma allo stesso tempo unisce; sarà perché proprio non se ne sente il bisogno: come che sia, sono tempi duri per il punto e virgola. Su Internazionale appare molto di rado, e quasi esclusivamente nelle serie. In particolare, è ammesso se le serie sono composte da frasi che hanno già delle virgole all’interno. Come a pagina 82 dello scorso numero, nella rubrica di Giuliano Milani.

Ma il punto e virgola serve anche a tenere insieme delle frasi indipendenti. Se leggete soprattutto giornali, compreso Internazionale, è difficile che ne troviate degli esempi; se leggete testi più elaborati, per esempio manuali universitari, probabilmente li incontrate spesso. Forse per questo molti trovano pretenzioso il punto e virgola.

Secondo lo scrittore statunitense Kurt Vonnegut, c’è un solo motivo per usarlo: “Far vedere a tutti che sei andato all’università”. O far vedere a tutti che non “siamo provinciali”, come dice Totò a Peppino quando gli detta la famosa lettera alla malafemmina: “Punto, punto e virgola, punto e un punto e virgola”.

Ma la grande imputata per la scomparsa di questo segno sfortunato è la scrittura online: assertiva, veloce, informale, usa il punto e virgola solo per strizzare l’occhio ;-)

Internazionale, numero 922, 4 novembre 2011

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