31 maggio 2012 00:00

David Graeber, Debito

Il Saggiatore, 521 pagine, 23 euro

Alla base di questo grande libro c’è un problema morale: perché riteniamo che saldare un debito sia un dovere più importante di ogni altra cosa? Tutti capiamo quanto sia ingiusto far pagare qualcuno per un impegno stipulato da qualcun altro, magari prima della sua nascita, ma la società lo pretende lo stesso.

Per spiegare questa discrepanza tra il nostro giudizio e le leggi a cui obbediamo, l’antropologo David Graeber, vicino al movimento Occupy Wall street, fornisce una sua ricostruzione della storia umana che parte dalla nascita del denaro, l’elemento che secondo lui ha reso possibile quantificare, esigere concretamente e trasmettere i debiti.

A suo modo di vedere, infatti, il denaro è stato inventato per questa ragione dagli antichi imperi che avevano bisogno di fare la guerra e di ridurre i nemici in schiavitù, e non è sorto da solo per facilitare gli scambi tra gli individui come pensavano Adam Smith e Aristotele. Il bello del libro è che questa lunga storia di debitori e creditori non rivela solo la sopraffazione e l’ingiustizia, ma anche la tenacia con cui abbiamo continuato a resistere, a non accettare la logica della necessità di restituire il dovuto, a trovare soluzioni alternative, come i periodici giubilei attestati dalla Bibbia in cui i debiti venivano azzerati, un’idea che oggi qualcuno comincia a ritenere più razionale di quanto non sembri in apparenza.

Internazionale, numero 951, 1 giugno 2012

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