09 aprile 2016 17:26

Sebastian Conrad, Storia globale. Un’introduzione
Carocci, 210 pagine, 19 euro
Da ormai vent’anni gli storici segnalano la necessità di studiare il passato oltre la prospettiva degli stati nazionali. Oggi sono in molti a sostenere il bisogno di costruire una storia globale ma, nonostante il proliferare dei centri di studio, non è chiaro cosa questa storia debba o possa essere.

In questo libro Sebastian Conrad, professore alla Freie Universität di Berlino, fa un bilancio e prova a dare qualche definizione. Soprattutto mette in luce le molte vie diverse, spesso contraddittorie, che portano gli storici a voler adottare un punto di vista mondiale: la vecchia storia universale centrata sull’occidente, i subaltern studies nati insieme al postcolonialismo, la storia transnazionale.

Con onestà intellettuale Conrad segnala i limiti di questi approcci, come l’impossibilità per lo storico di leggere tutte le fonti, o la tendenza a costruire una storia delle radici della globalizzazione interpretando in modo finalistico molti fenomeni. Da questa rassegna la storia globale emerge, più che come una disciplina, come un approccio critico legato ad alcuni grandi dibattiti, primo tra tutti quello sull’eurocentrismo. Tuttavia è un approccio capace di dare una luce nuova ad alcuni temi fondamentali: l’ambiente, le migrazioni, gli imperi e, in fondo, anche quegli stati-nazione dalla cui crisi è emersa qualche tempo fa la global history.

Questa rubrica è stata pubblicata il 1 aprile 2016 a pagina 80 di Internazionale, con il titolo “Quale storia globale?”. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it