14 maggio 2017 09:55

Il turismo non è solo un fatto di costume, ma la più grande industria del mondo: non una sovrastruttura frivola delle nostre vite, ma per certi versi ciò che, letteralmente, le fa andare avanti.

Guidato da questa intuizione Marco D’Eramo, sociologo e giornalista, esplora le scienze sociali, il reportage e la letteratura per cercare di cogliere l’essenza di questo fondamentale fenomeno del nostro tempo. E accumula dati, interpretazioni e testimonianze sorprendenti e spiazzanti, mettendo in crisi certezze che diamo per acquisite: la distinzione tra valori materiali e valori immateriali, tra merce e feticcio, tra modernità e postmodernità.

Il turismo, con la sua ricerca di autenticità destinata a fallire (nel momento in cui le località e le tradizioni diventano appunto “turistiche”), fa esplodere i paradossi. L’operazione di dichiarare alcuni luoghi protetti dall’Unesco e perciò determinarne la trasformazione in località turistiche, per esempio, esprime bene le contraddizioni del tempo in cui viviamo.

La nostra epoca appare come l’età del turismo: un’epoca cominciata da un paio di secoli con lo sviluppo delle comunicazioni e la possibilità di spostarsi rapidamente e forse destinata a finire ora che molte esperienze possono essere vissute rimanendo fermi.

Questa rubrica è stata pubblicata il 12 maggio 2017 a pagina 100 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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