Patrick de Saint-Exupéry
La traversée. Une odyssée au coeur de l’Afrique
Les Arenes, 250 pagine, 22 euro
Tra l’aprile e il luglio 1994, in Ruanda da 800mila a un milione di uomini, per gran parte appartenenti alla minoranza tutsi o considerati traditori della causa hutu, furono massacrati a colpi di arma da fuoco, machete e bastone. La Francia, il cui governo era stato vicino alla maggioranza hutu negli anni precedenti, intervenne allora con l’operazione militare Turquoise, sotto l’egida delle Nazioni Unite, ma i massacri non cessarono e molti tra i responsabili del genocidio poterono attraversare il confine e rifugiarsi nell’allora Zaire. Tra i primi a denunciare le responsabilità francesi ci fu il giornalista Patrick de Saint-Exupéry, all’epoca corrispondente di Le Figaro, poi fondatore della rivista trimestrale XXI.
In questo libro Saint-Exupéry torna su quei luoghi per smontare la tesi, che ha ancora qualche seguito, secondo cui in Ruanda ebbe luogo una guerra civile tra le due etnie o addirittura un “secondo genocidio” da parte dei tutsi. Il suo reportage lungo il fiume Congo, nel senso inverso a quello percorso dal protagonista di Cuore di tenebra di Joseph Conrad, appassiona e fa capire le cause profonde della catastrofe ruandese: le relazioni interne alla società del paese, esasperate dai colonizzatori, quelle con i paesi circostanti, in particolare lo Zaire di Mobutu, e infine le narrazioni a caldo di politici e giornalisti, che condizionarono la reazione della comunità internazionale.
Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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