15 settembre 2005 00:00

Christian De Vito, Camosci e girachiavi, Laterza 2009, 18 euro

Dario Dell’Aquila, Se non t’importa il colore degli occhi, Filema 2009, 12 euro

Del carcere si parla poco, nonostante i problemi da cui nasce e quelli che la sua esistenza comporta, sottoposti alle mutazioni dell’epoca e alla fantasie decisionali dei ministri, governo dopo governo.

Per chi voglia capire cosa vi accade e come è cambiato il carcere dal tempo della repubblica di Salò ai nostri giorni, Camosci e girachiavi (così, dentro, vengono chiamati carcerati e carcerieri, la cui vicinanza è densa di problemi) è lo studio illuminante, chiaro e documentato di un giovane storico che ha anche operato come volontario in una prigione e che vuole far storia “dalla parte dei detenuti”.

Nella sua saggia prefazione, Guido Neppi Modona ricorda che un terzo della popolazione carceraria è costituito da tossici, un altro da extracomunitari e un ultimo da “condannati tradizionali” e denuncia le contraddizioni di questa tremenda istituzione.

La storia del carcere e la storia d’Italia condividono le stesse speranze e le stesse delusioni. Sia Neppi sia De Vito accennano al problema gravissimo dei manicomi giudiziari, che a trent’anni dalla legge Basaglia sono ancora aperti e sui quali ha investigato con pudore e passione un altro giovane studioso, Dario Dell’Aquila, anche lui volontario al loro interno.

Internazionale, numero 804, 17 luglio 2009

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