03 novembre 2011 00:00

**Giorgio Fontana, Per legge superiore

Sellerio, 246 pagine, 13 euro

Fontana ha trent’anni e ha scritto un romanzo inaspettatamente maturo, denso, chiaro, importante, seguendo un modello che tanti hanno cercato malamente di copiare ma con risultati scadenti, spesso opportunistici e furbetti. Il modello è quello di Sciascia, romanziere civile, colto, morale, che ha scavato nelle pieghe più nere della nostra società.

Fontana ambienta la sua storia in una Milano di minuziosa topografia, piatta nella sua felicità abitudinaria e consumistica, ma amata. Il suo “giallo” si concentra sulla crisi di un magistrato, sostituto procuratore generale, coinvolto nella scoperta di un’innocenza. Ma se dichiarerà innocente l’immigrato che tutti vogliono colpevole, metterà in crisi carriera e affetti, immagine e abitudini. Il personaggio di Doni è uno dei più belli della nostra letteratura recente, con la sua storia comune, i suoi dubbi e incertezze morali, e infine il suo rifiuto di accettare il mondo com’è, l’Italia com’è.

Spostato dal suo naturale ambiente (splendide le descrizioni del palazzo di giustizia e dei mediocri riti metropolitani e borghesi), spinto da una giornalista inquieta e precaria fuori dai grandi giri a lasciare i binari che gli sono consueti, scopre, nella zona di via Padova, altre realtà e altre verità, e sarà costretto a ragionare su legge e giustizia, cambiamenti e convenzioni.

Internazionale, numero 922, 4 novembre 2011

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