05 aprile 2012 00:00

Che Mitt Romney sia il favorito alla nomination repubblicana si capisce non tanto dal numero dei delegati, quanto dalle domande che gli rivolgono in campagna elettorale. A ­Green Bay, alla vigilia delle primarie del Wisconsin, Romney si è sentito rivolgere una domanda sulla sua fede mormone da un ragazzo di 28 anni, che ha citato un brano del Libro di Mormon in cui la “pelle nera” viene indicata come il possibile segno di una maledizione divina. Il rapporto dei mormoni con la razza è tutt’altro che semplice: fino al 1978 la chiesa mormone ha vietato il sacerdozio ai neri.

Ma Romney dovrebbe preoccuparsi soprattutto per la ­reazione del suo staff: uno dei suoi uomini ha strappato il microfono al ragazzo. Romney ha detto: “Non intendo parlare della mia posizione sulla religione, ma se ha una domanda sarò lieto di rispondere”. Il ragazzo gli ha chiesto se pensava che fosse peccato per le coppie interrazziali avere dei figli. “No”, è stata la risposta. “Prossima domanda”.

Poco dopo, però, Romney ha fatto riferimento alla sua esperienza di vescovo della chiesa mormone per sottoline­are la sua capacità di “entrare in contatto con la gente”.

“Questo signore voleva parlare delle dottrine della mia religione”, ha detto. “Parlerò invece delle pratiche della mia fede”. Quando sarà il candidato ufficiale, ci sarà meno tolleranza per queste distinzioni.

*Traduzione di Fabrizio Saulini.

Internazionale, numero 943, 6 aprile 2012*

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