22 marzo 2018 13:10

Capitolo 1

  1. In principio i britannici crearono i protettorati del nord e del sud. A quel tempo la nazione era informe e deserta e le tenebre coprivano la nostra identità comune.

  2. E i britannici dissero: “Che sia fatta la Nigeria”. E la Nigeria fu. E i britannici videro che la Nigeria era buona (per loro) e separarono la classe dominante dalla servitù.

  3. E i britannici dissero: “Proprio come abbiamo una cassaforte tra noi e voi, allo stesso modo vi sia una cassaforte che separi i dominanti dai cittadini”.

  4. Perciò i britannici crearono la Nigeria a loro immagine, a immagine del loro dominio coloniale la crearono; oppressore e oppresso li crearono.

  5. E venne l’indipendenza dai britannici e ci furono colpi di stato e contro colpi di stato e ci furono dittatori militari.

  6. E i decenni passarono e i governanti militari si trasformarono in governanti civili e si strapparono di dosso i loro indumenti e le loro uniformi e ne indossarono di nuovi. E dichiararono: “Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”.

Capitolo 2

  1. Poiché i nostri dittatori militari amavano il paese così tanto da sacrificare le loro unigenite uniformi e il loro diritto a fare decreti, chiunque abbia creduto in loro e abbia votato per loro resterà con loro fino alla canizie.

Capitolo 3

  1. E accadde che un usurpatore che non era un dittatore militare riuscì a farsi strada fino al trono, per mezzo di morti naturali e messe in stato di accusa, e piombò sui nigeriani come un ladro nella notte. E giunse non per costruire ma per rubare e distruggere. E lasciò i nigeriani ciechi e poveri.

  2. E i nigeriani si rivolsero a un ex dittatore e gli dissero: “Signore, non sappiamo dove stiamo andando”. E lui rispose loro e disse: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno potrà governare bene se non per mezzo di me”. E guadagnò seguaci e scacciò l’usurpatore che aveva lasciato i nigeriani ciechi e poveri.

  3. E i suoi seguaci dissero: “Signore mostraci la via e ci basta. Mostraci il Cambiamento”. E lui rispose loro e disse: “Credete che io sia il buon governo e che il buon governo sia io? Se chiederete qualsiasi cosa in mio nome, io lo farò”.

  4. E i suoi seguaci lo adorarono e cantarono le sue lodi giorno e notte. E quando i suoi ministri si dimostrarono incompetenti, i suoi seguaci lodarono lui e denunciarono i ministri.

  5. E quando le persone cominciarono a lamentarsi per le tante sofferenze, rivolsero lo sguardo al loro benevolo dittatore. E lui disse loro: “Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Odiate quelli che mi odiano e amate quelli che mi amano. I miei nemici non possono accettarmi perché non mi vedono o non mi conoscono. Ma voi mi conoscete, perché io vivo con voi e sarò dentro di voi”.

  6. E alcuni scettici dissero: “Ma, signore, perché i tuoi ministri fanno cose sciocche come indossare sciocchi berretti rossi senza avere niente sotto?”. E il dittatore benevolo rispose: “Chiunque mi ama obbedirà ai miei insegnamenti. Chiunque non mi ama non obbedirà ai miei insegnamenti”.

Capitolo 4

  1. Lo spudorato erediterà la terra e vi abiterà in abbondanza di pace.

  2. Lo spudorato, invece che vergogna riceverà il doppio; il cattivo e il corrotto invece del disonore si rallegreranno tra i loro simili; avranno gioia infinita e quando diventeranno anziani saranno chiamati vecchi uomini di stato.

  3. E l’ultimo sarà il primo.

Capitolo 5

  1. Se anche io lottassi per i diritti di individui a caso o dei nemici del signore, ma non fossi leale nei confronti del dittatore benevolo, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. Se avessi il dono di mettere sotto sopra l’economia e fossi in grado di afferrare tutti i misteri del mercato parallelo e se fossi arrabbiato per il fatto che i pellegrini ricevono i dollari mentre gli uomini e le donne d’affari no, ma non sono leale nei confronti del dittatore e non lo amo, non sono niente.

  2. L’amore è paziente (con l’inefficienza), l’amore è benevolo (perfino davanti ai massacri). Non invidia il dittatore benevolo, non si vanta di poter fare di meglio. Non è orgoglioso.

  3. L’amore non tiene conto degli errori, sia che questi errori siano accaduti nel 1984 e continuino a essere ripetuti o abbiano condotto alla sepoltura in segreto di 347 persone. L’amore non gode del male a meno che quel male non accada a persone che non ci piacciono, appartenenti a strani gruppi etnici, religiosi o sessuali.

  4. L’amore trae gioia dalla verità: e la verità è ciò che il dittatore benevolo definisce vero.

  5. L’amore protegge sempre gli interessi del dittatore e dà la colpa solo ai suoi ministri se qualcosa va storto.

Capitolo 6

  1. Il dittatore benevolo è il mio pastore, non mi mancherà nulla. Mi fa stare sdraiato a terra per la fame e la paura, ma solo per condurmi sulla retta via. Mi rinfresca l’anima. Mi guida lungo i suoi sentieri in suo nome. Anche se attraverso la valle oscura senza elettricità, non avrò paura di niente, perché lui è con me. Il suo bastone e il suo seguito con cui fa sparire centinaia di sciiti mi conforteranno.

Capitolo 7

  1. Beati (coloro che derubano) i poveri, perché a loro appartiene il regno delle rinascite politiche.

  2. Beati coloro (che costringono gli altri a essere) in lutto, perché saranno consolati (dal silenzio dei corpi morti e putrefatti).

  3. Beati (coloro che disprezzano) i miti perché erediteranno la terra.

  4. Beati coloro che hanno buone alleanze politiche, perché anche quando verranno presi riceveranno la grazia.

  5. Beati (coloro che odiano) i puri di cuore, perché saranno ammessi nella casa dei potenti.

  6. Beati coloro che fanno tendenza tra gli hashtag politici, perché a loro appartiene il regno delle notifiche bancarie.

  7. Beati i rapitori, poiché i soldi del riscatto arriveranno tutti e senza conseguenze.

  8. Beati coloro con una lunga carriera di ladrocinio e distruzione alle spalle, perché saranno chiamati vecchi uomini di stato.

Capitolo 8

  1. Il dittatore benevolo radunò tutti i suoi discepoli e insegnò loro una nuova preghiera. Disse:

  2. Dovete pregare così:

  3. Padre nostro, che sei Aliko, santificata sia la tua ricchezza.

  4. Vengano a te i monopoli.

  5. Sia fatto il tuo governo, come è stato nei precedenti.

  1. Dacci oggi la tua raffineria quotidiana (come noi ti diamo i nostri dollari a buon mercato).

  2. Perdonaci i nostri sospetti come noi abbiamo perdonato coloro che hanno sospettato di noi.

  3. E non indurci nella tentazione di spezzare i tuoi monopoli (e potenziare altri imprenditori), ma liberaci dai cattivi che sfidano il (tuo) governo.

  4. Perché tuo è lo zucchero, tua la farina e tuo il cemento (e il riso e gli spaghetti), nei secoli dei secoli, amen.

Elnathan John è uno scrittore e autore satirico nigeriano. I suoi articoli ironizzano sui paradossi del suo paese. Questo articolo è stato pubblicato su Medium.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it