02 novembre 2020 15:21

Chissà se qualche docente aveva mai immaginato di tenere delle lezioni durante una pandemia. Molti sono riusciti a portare avanti le lezioni. Silvana Amato, grafica e docente universitaria, è riuscita anche a farne una mostra.

Lo scorso luglio ha chiuso un semestre universitario diverso dagli altri con le ragazze e i ragazzi del primo anno della Sapienza in un corso condiviso con la collega Rosanna Lama, e quelli della Naba, Nuova accademia di belle arti. “Il programma delle lezioni prevedeva basic design alla Sapienza e tipografia alla Naba”, spiega Amato, “ma l’emergenza sanitaria ha stravolto tutto. Non c’è stato neanche il tempo di conoscersi. Molti studenti sono ripartiti per i loro luoghi di origine e abbiamo fatto quel che hanno fatto tutti. Ci siamo visti e abbiamo costruito un rapporto attraverso i computer. Non c’era più distinzione tra gli studenti dei due corsi. C’era solo un unico gruppo che avrebbe potuto raccontare il suo quotidiano a distanza”.

La distanza si è fatta esperienza. Con pochi mezzi: l’infinita quantità di immagini da trovare in rete e i pochi segni reali di una vita che continua (gli scontrini della spesa) o che è stata sospesa (biglietti di viaggio o di concerti).

“In questo modo le tracce di esperienze passate sono diventate strumento di racconto del quotidiano, in una miscela dove la scrittura da funzionale e invisibile è diventata visibile, ponendo l’accento su parole evidenziate in rosso che, con la loro essenza modulare e basilare, si sono combinate in nuove forme e nuove storie. Sovrascritture è diventato così un progetto di narrazione corale, una riflessione di un grande e ‘da remoto’ gruppo di lavoro”.

Importante è stata anche la ricerca della definizione delle parole. Ne ho fatta una anch’io sul titolo del corso e della mostra. E viene in aiuto addirittura l’Accademia della Crusca. Scrive Valeria Della Valle: “Nessun repertorio lessicografico ha registrato, finora, i sostantivi sovrascrizione e sovrascrittura, nonostante siano termini utilizzati frequentemente dagli informatici. Unici a essere registrati sono i lemmi di antica data soprascrittura (riportato dal GDLI col significato di ‘introduzione, esordio, intestazione di una lettera’, con la citazione di un esempio secentesco di Paolo Sarpi) e soprascrizione, risalente come prima attestazione alla fine del XIII secolo”.

Che casualità di significati. L’esordio universitario di questi studenti coincide proprio con il nome della loro prima mostra. Online su sovrascritture.com. In presenza nei negozi Fabriano di Roma, Milano e Firenze. Fino al 18 novembre.

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