05 aprile 2016 20:33

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

La macchinazione
Di David Grieco. Con Massimo Ranieri, Libero de Rienzo, Matteo Taranto, Roberto Citran, Milena Vukotic. Italia, 2016, 100’

Una “verità” sulla morte di Pier Paolo Pasolini proposta da un cineasta-giornalista che fu amico e collaboratore dello scrittore. La macchinazione ci getta nel pieno delle trame più oscure degli anni settanta. Complotti politici, interessi economici, servizi sergreti deviati, poliziotti corrotti, malavita di borgata, tutti asserviti a una cupola del potere in gran parte controllata da Eugenio Cefis e dalla loggia massonica P2.

La tesi di Grieco è che Pasolini non fu ucciso per caso in una lite tra cliente e prostituto, ma fu assassinato per volere della “cupola”, per impedirgli di pubblicare un libro, Petrolio, in cui si scoperchiava una rete occulta che avrebbe, tra l’altro, ordito anche l’uccisione di Enrico Mattei.

La macchinazione è un film duro e violento. Ricostruisce il periodo storico in modo minuzioso, e Massimo Ranieri offre una magnifica interpretazione di Pasolini. È un film inevitabilmente sinistro e sgradevole. A momenti però sembra che la violenza, lo squallore a tinte forti siano quasi gratuiti e distraggano dalla lettura dell’ipotesi storica. Anche i brani musicali dei Pink Floyd, molto pubblicizzati nella locandina del film, martellano a un volume forse eccessivo e coprono i dialoghi.

Questo articolo è stato pubblicato il 1 aprile 2016 a pagina 76 di Internazionale, nella rubrica Italieni. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it