24 luglio 2003 00:00

Le vacanze sono il momento in cui ci si sdraia al sole, in mare o in montagna, si scrivono o si scoprono paesaggi, si trovano o si ritrovano la famiglia, gli amici, a volte gli amori. Ma è anche il momento ideale, a metà dell’anno, per leggere. Non per aggiornarsi o studiare, ma per il puro piacere della lettura. Che si decida o no di andare in giro per musei o chiese, c’è un libro che in ogni caso spinge a spalancare gli occhi e a farsi rapire dalle immagini.

Lo storico dell’arte Daniel Arasse, oltre ad avere una cultura immensa, aveva un gusto particolarissimo per la pittura. Una di quelle rare persone capaci di trasmettere, anche grazie a una grande proprietà della lingua, la meraviglia che si apriva di fronte ai suoi occhi, le scoperte dei dettagli in un angolo di un quadro. Un maestro ideale per apprendere come frugare all’interno di un’immagine. All’opposto della persona pigra, ma all’opposto anche del professore noioso e pedante, Arasse ha insegnato a tanti la capacità di sognare.

Il suo

Non si vede niente appena ripubblicato da Einaudi, si legge come una serie di piccoli racconti, pieni di dialoghi gustosi e ricchi di umorismo. Attraverso la sua lettura incrociamo Tintoretto, Velázquez, Giorgione, Bruegel, Tiziano, Manet e tanti altri che diventano nostri contemporanei. Una delle possibili magie dell’estate.

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