A quanto pare avrebbe scelto. Il condizionale rimane d’obbligo con una persona che in questi ultimi giorni ha dimostrato di poter cambiare idea altrettanto velocemente di come cambiava partner nelle serate del bunga bunga. Silvio Berlusconi (eh sì, ancora lui) potrebbe infatti chiedere di scontare la sua pena di un anno di prigione per frode fiscale attraverso dei lavori socialmente utili.
Questa soluzione sembra sia stata preferita agli arresti domiciliari, probabilmente nel suo domicilio romano di palazzo Grazioli, in compagnia di Francesca Pascale, la giovane fidanzata del Cavaliere, e del loro barboncino Dudù, oltre a un consistente numero di maggiordomi e cameriere. Eppure la superficie dell’appartamento, mille metri quadrati a via del Plebiscito, avrebbe impedito ogni rischio di promiscuità. In ogni caso è a questo indirizzo che ha fissato la sua nuova residenza, preferendola ai 120 ettari della villa San Martino ad Arcore.
Per Berlusconi questa ipotesi è quasi un’umiliazione. Avrebbe preferito passare per “prigioniero politico” in uno dei suoi palazzi piuttosto che dover ammettere una colpa che dovrà scontare come un “criminale qualsiasi”. Il vantaggio però è evidente. I giudici avranno fino a dicembre per decidere dove mandarlo in virtù delle prove di “buona volontà di reinserimento” che il condannato avrà dimostrato. Questo significa che la sua pena di dodici mesi potrebbe essere ridotta a nove.
Gli italiani, che non mancano di umorismo, si divertono ovviamente (e noi insieme a loro) di fronte a questa ironia della sorte, che vede l’uomo del conflitto di interessi dedicarsi a dei lavori socialmente utili. “Che male c’è”, diceva Berlusconi, ” a privilegiare i miei affari quando sono al potere, se nel frattempo i miei compatrioti ci trovano il loro tornaconto?”. Questa volta gli italiani potrebbero “trovarci il loro tornaconto” prima di lui. Un evento che è una novità.
I lavori socialmente utili vanno dalla sistemazione degli scaffali nei supermercati all’assistenza a persone anziane o alla cancellazione con spugna e secchio dei graffiti sui muri, che a Roma, come ovunque del resto, sono molti e piuttosto brutti. Ma è probabile che Berlusconi si presenterà volontario nel campo della beneficienza. Del resto ha l’imbarazzo della scelta.
Gli inviti arrivano da tutte le parti. Per esempio i City Angels di Milano, che si occupano dei senza tetto, o il Partito radicale, sempre molto sensibile alla questione delle pene alternative e del sovraffollamento carcerario. Ma il più pressante è stato don Antonio Mazzi, direttore della comunità Exodus che opera nel settore della tossicodipendenza: “Vorrei tanto averlo tra i miei ragazzi, non come atto di cattiveria, ma per lavorare alla sua redenzione. Vorrei essere io a buttarlo giù dal letto la mattina e a invitarlo a rimettere a posto le lenzuola. Vorrei che facesse silenziosi e umili lavori manuali, a partire dalla pulizia del bagno. Io credo che dentro abbia qualcosa di salvabile”.
(Traduzione di Andrea De Ritis)
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