11 gennaio 2014 16:43

Giovanni Toti a Marina di Pietrasanta il 10 agosto 2013, durante gli Incontri al caffè della Versiliana. (Riccardo Sanesi, Lapresse)

Un po’ sovrappeso - ma ha promesso di perdere cinque chili - sorridente e calmo, giornalista responsabile del tg di due delle reti di Silvio Berlusconi, senza nemici dichiarati, toscano di Viareggio, ex socialista vicino all’ultimo Craxi, Giovanni Toti (con una sola t, a differenza dell’idolo della Roma) dovrebbe ben presto essere nominato coordinatore delegato di Forza Italia, il nuovo vecchio partito rilanciato alla fine del 2013 dal Cavaliere.

Perché lui? È la domanda che si pongono, molto irritati, i fedeli dell’ex presidente del consiglio che si contendono i posti nella sede del partito, a piazza San Lorenzo in Lucina a Roma. Perché sono io che decido, ha risposto il leader. E per quanto abbiano lustrato le loro medaglie, esibito le loro cicatrici, fatto valere i loro lunghi stati di servizio e promesso di essere pronti a morire per il loro capo, Berlusconi è stato irremovibile.

In realtà Toti ha una qualità che gli altri non hanno: è giovane. La nomina di Enrico Letta (47 anni) alla presidenza del consiglio, poi l’emancipazione di Angelino Alfano (43 anni) e infine l’elezione di Matteo Renzi (39 anni) alla segreteria del Partito democratico hanno abbassato di diversi punti l’età media della classe politica italiana. E così avere 45 anni non è certo un elemento trascurabile.

Inoltre Toti, nonostante le sue funzioni, si è visto poco in tv e le sue prime apparizioni televisive in dibattiti politici sono state considerate soddisfacenti: quanto a servilismo può dare dei punti a tutti i suoi concorrenti.

Oltre al fatto di aver dato “lezioni di politica” a Marina Berlusconi, è lui che ha posto le gentili domande al Cavaliere nell’incredibile ricostituzione del caso Ruby trasmessa il 13 marzo 2013. “Ha mai fatto pressione per far liberare la ragazza marocchina?”, chiede Toti. La risposta di Berlusconi: “Non so dare ordini, né nella mia impresa né nella mia famiglia né, tanto meno, nel mio partito. So solo convincere”. Il giornalista non ribatte, soddisfatto.

Dopo l’intervista il Cavaliere è stato condannato a sette anni di prigione in prima istanza per abuso di potere e induzione alla prostituzione di minore, ed escluso dal parlamento dopo una condanna definitiva per frode fiscale.

Il re sembra più nudo che mai, ma non rinuncia, in qualità di vecchio Geppetto di 77 anni, a tirare le fila di un nuovo burattino.

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