06 maggio 2020 18:03

“Vedendo il papa in soglio un forestiero domandò / È questo il santo padre, non è vero? / Ma il capitan dei svizzeri che udì / Rispose santo no, ma padre sì”. Questa “pasquinata” su papa Leone XII viene declamata con voce inconfondibile da Enrico Maria Salerno (il colonnello Nardoni), in una scena di Nell’anno del signore, il kolossal di Luigi Magni che racconta un celebre episodio del risorgimento romano, cioè la condanna a morte di due carbonari, Leonida Montanari e Angelo Targhini, avvenuta durante il giubileo del 1825. Il film, campione d’incassi tra il 1969 e il 1970, ha più le caratteristiche di una commedia e di un dramma popolare che della ricostruzione storica. Se non altro per le tante libertà e licenze che gli autori si presero rispetto alle verità storiche.

Eppure, grazie proprio alla grande quantità di episodi e dettagli a cui si fa riferimento nelle sue due ore di durata, è un film che racconta meglio di tanti altri le incredibili contraddizioni di cui fu prigioniera Roma per tanti secoli. Il modo con cui Magni, la ricchezza della sceneggiatura, tutto il cast e anche le musiche di Armando Trovajoli riescono a mantenere in equilibrio, uno accanto all’altro, personaggi storici e personaggi inventati – come il “calzolaro” Cornacchia, interpretato da Nino Manfredi, e il cardinale Agostino Rivarola, che invece è interpretato da Ugo Tognazzi – dramma e commedia, fatti storici e le “reinterpretazioni popolari” degli stessi, rende Nell’anno del signore un film davvero unico e, su un certo terreno, ancora insuperato.

Nell’anno del signore
Di Luigi Magni. Con Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Robert Hossein, Renaud Verley, Enrico Maria Salerno, Alberto Sordi, Britt Ekland, Pippo Franco, Ugo Tognazzi. Italia/Francia 1969, 120’. Su Prime Video, YouTube

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