07 maggio 2014 16:16

Betsy Teutsch, The Atlantic

Un’imprenditrice sudafricana vende una borsa che cuoce il cibo senza fuoco. È una tecnica antica e l’idea, che consente un grande risparmio energetico, sta avendo molto successo.

Oggi in cucina campeggia il mio ultimo acquisto: la Wonderbag, un contenitore ecologico per la cottura lenta dei cibi messo a punto da Sarah Collins, un’imprenditrice sudafricana. Collins ha ripreso un’antica tecnica a basso contenuto tecnologico, l’ha promossa con la campagna “uno lo compri e l’altro lo regali” e ha realizzato un record di vendite.

La Wonderbag cuoce trattenendo il calore, un metodo usato da quando gli esseri umani hanno cominciato a cucinare e hanno capito che impacchettare una pentola in ebollizione, o addirittura seppellirla nel terreno, permette di risparmiare combustibile. Chiamata anche cucina senza fiamma o termica (qualcuno la chiama anche marmitta norvegese), tradizionalmente si realizza con cesti o scatole capienti, imbottiti di coperte o spugne o, in qualche caso, rivestite di foglie di banana.

Quando il cibo in cottura è giunto a ebollizione, si prende la pentola e la si infila rapidamente nella Wonderbag, sigillandola con il coperchio. Il contenuto continua a cuocere senza richiedere altro combustibile. Ci vuole circa il doppio del tempo, ma posso garantire che nel giro di un paio d’ore ho tirato fuori una pentola di lenticchie fumanti cotte a puntino.

Dopo il fortunato lancio nel Regno Unito, la Wonderbag ora è in vendita negli Stati Uniti. I commenti sono entusiasti, anche se in qualche caso l’ingombro scoraggia l’acquisto. Arriva imballata sotto vuoto, ma le dimensioni raddoppiano appena scartata: per darvi un’idea, diventa grande come la cuccia di un cane.

La Wonderbag è cucita e assemblata in Sudafrica, e crea posti di lavoro in un paese dove la disoccupazione è molto alta. Il materiale isolante è il polistirolo riciclato, che la società prende da uno stabilimento di tessuti, impedendo così che quel materiale di scarto finisca in una comune discarica. Per ogni articolo acquistato al prezzo di 50 dollari, un altro viene donato a una famiglia in Sudafrica a basso reddito.

Collins ha dato nuova vita a questa antica tecnica trasformando in un prodotto commerciale un oggetto che prima si fabbricava in casa. Ne ha compreso il potenziale ecologico: consente di tagliare meno alberi riducendo in modo significativo il consumo di combustibile.

Per i tre miliardi di persone sul pianeta che cucinano su fiamme vive e devono procurarsi da sé la legna, questo sistema rappresenta un enorme vantaggio. La Wonderbag, come tutti i sistemi di cottura a ritenzione di calore, aiuta a risparmiare tempo e spesso anche denaro.

Inoltre, cucinare accanto al fuoco equivale a fumare due o tre pacchetti di sigarette, il che è considerato ormai un problema di salute pubblica. Cucinare senza fiamme vive elimina il fumo e la relativa intossicazione.

Un altro vantaggio è che non si corre il rischio di bruciare il cibo, quindi si riducono gli sprechi e la pulizia è più semplice. Inoltre la Wonderbag si può lasciare incustodita senza bisogno di mescolare il contenuto o di allontanare i bambini dal fuoco.

Queste caratteristiche sono di grande aiuto per la persona alla quale ho regalato una Wonderbag comprando la mia. Quanto a me, usare il fornello elettrico per un’ora in meno riduce le emissioni in misura infinitesimale ma comunque importante. Perché sprecare energia quando esiste un modo semplice per ottimizzarla?

E cosa dire del tanto criticato incentivo “uno lo compri e l’altro lo regali”? Questo modello, applicato dalla Toms Shoes, che dona un paio di scarpe per ogni acquisto, ha sollevato due obiezioni: le scarpe non sono una necessità fondamentale per i bambini dei paesi in via di sviluppo, soprattutto rispetto alla mancanza di cibo, acqua potabile, cure sanitarie e istruzione. Nel migliore dei casi le scarpe sono di poco beneficio. Inoltre, regalando le scarpe, si fa concorrenza sleale ai rivenditori locali.

Nel caso della Wonderbag il regalo mi sembra più sensato. Semplifica una pratica utile ed ecologica, sia nelle regioni ricche sia in quelle dove scarseggiano le risorse. Chi la usa può constatare subito il risparmio di tempo ed energia, oltre a non inalare i fumi di cottura. Poiché non è un prodotto in commercio dai rivenditori locali, non si fa concorrenza sleale.

E se l’uso della Wonderbag riporta in auge l’abitudine di cucinare senza fuoco, niente impedirà alle persone, in Sudafrica come in South Dakota, di cucirsele in casa, o magari di avvolgere il pentolone in un vecchio sacco a pelo e metterlo in una scatola, un metodo meno accattivante ma altrettanto efficace.

(Traduzione di Nicoletta Poo)

Questo articolo è uscito sull’Atlantic con il titolo The slow cooker that requires no electricity.

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