Tpusa: bisognerà abituarsi a questa sigla? È un acronimo per Turning point for Usa. L’organizzazione, fondata nel 2012 da Charlie Kirk, un giovane leader poco più che ventenne, si definisce non profit, ma accetta donazioni, spesso cospicue. La svolta invocata dal nome è far emergere i giovani studenti conservatori, collegarli, educarli, sensibilizzarli ai valori del conservatorismo, organizzarli per promuovere questi valori nei campus. Qui, come hanno spiegato in questi anni i tweet nei siti Tpusa, questi giovani sono stati costretti al silenzio. È tempo che si ribellino e proclamino il loro pensiero: “Socialism sucks”, “Big government sucks”, il socialismo e il governo centrale fanno schifo, suckava molto Obama con la sua riforma sanitaria e Tpusa ha appoggiato Trump.

Ora una svolta nella svolta. Tpusa ha pubblicato una lista dei professori dangerous, una professor watchlist, con nomi, indirizzi e fotografie di docenti ritenuti pericolosi. Per ora sono circa duecento. L’invito agli tpusiani è individuarne e catalogarne altri. Qualche dangerous si lamenta e si dichiara ingiustamente accusato. Solo qualcuno per ora si ribella e si sdegna, come George Yancy, professore di filosofia alla Emory university (New York Times, 30 novembre). Dice Yancy: come nero ho conosciuto le forme impalpabili e anche palpabili di discriminazione. Ora è discriminato il mio modo di insegnare filosofia, facendo riflettere su discriminazioni e diseguaglianze.

Questa rubrica è stata pubblicata l’8 dicembre 2016 a pagina 114 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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