16 dicembre 2015 13:26

Mia zia Lili ha sposato Gigi, l’amore della sua vita. Gigi si presenta a tutti con raffinatezza: “Piacere, Gică”, dice. Poi fa una pausa di due o tre secondi e aggiunge trionfalmente: “Gică Bouroșu” (che in romeno vuol dire bue rosso). In una competizione a chi ha i cognomi più eccentrici vincerei a mani basse: sono il nipote di Bond, James Bond Bouroșu. E sono il figlio di Ciolan (che significa stinco). La mia fortuna è essere zingaro, altrimenti – non sia mai! – la gente potrebbe pensare che sono di stirpe aristocratica.

Si dice che da giovane Lili fosse particolarmente bella e che sia stata corteggiata da Lăcătuș. Sì, proprio lui, Marius Lăcătuș, il calciatore che negli anni novanta ha giocato anche in Spagna e in Italia. Mamma dice che è stata Lili a lasciarlo, nonostante lui fosse pazzo di lei. Anche lui era un bellissimo zingaro, ma purtroppo faceva il calciatore, cosa che la mia famiglia di stirpe nobile, composta di conti e duchesse di Vattelappesca, non può tollerare. Il minimo accettabile è il violinista perché, come si dice qua, “la gente che suonano il violino sono intellettuali”. Perciò alla fine Lili ha scelto Gigi.

Gigi, cioè Gică Bouroșu, in confronto a Lăcătuș è l’essenza della ricercatezza. È romeno e, in più, è un intellettuale raffinato. Di mestiere fa l’idraulico ed è l’amministratore del palazzo dove abita. Dopo la rivoluzione del 1989 pare che si sia fatto dei biglietti da visita scritti a mano con le parole: “Gică Bouroșu – amministratore capo, unico e principale”. O almeno così raccontava Geta, la mia zia strega, quella che legge le carte.

La zia Lili è alta non più di un metro e quaranta e vanta una circonferenza paragonabile alla sua altezza, se non qualcosina in più. Alle feste di famiglia per farla ballare c’è bisogno di due o tre uomini. Gigi è piuttosto secco, è alto un metro e mezzo e pesa meno della metà di zia Lili. Scegliendo “il suo Gigilică” rispetto a Lăcătuș – che molto probabilmente era affetto da miopia e forse anche fuori di senno – Lili ha fatto il più grosso affare della sua vita: il suo Gigi la picchiava per bene ogni cinque sbornie oppure ogni due giorni. Ma Lili è dotata di un senso dell’umorismo molto sviluppato – è la zia più buona che io abbia – e Gigi è molto in gamba: è capace di aggiustare praticamente qualsiasi cosa.

Ricordi di un adolescente

Ho quattordici anni, è autunno e stiamo preparando le verdure in salamoia per l’inverno in quantità industriale. La mamma ha una ricetta eccezionale per i sottaceti e quasi tutte le massaie dei dintorni sono venute a sapere che è un’esperta nel settore. Per di più, mia madre ama darsi delle arie con le sue amiche non zingare, motivo per cui finisce sempre per fare le conserve per la metà delle famiglie del palazzo.

Anche mio padre e Gogu hanno la loro ricetta segreta per conservarsi in forma: ogni giorno si tuffano ritualmente nella grappa e nel vino. Ma lo zio Gigi e lo zio Ghică sono di tutt’altra pasta, dei veri professionisti: non li ho mai visti separati dai loro bicchierini da grappa. Sono una specie di Ronaldo zingaro e di Messi romeno degli ubriaconi. In tutta la famiglia allargata, noi siamo gli unici ad avere il distillatore per fare la grappa. E ovviamente durante l’autunno Gigi e Ghică sono ospiti fissi a casa nostra. Io e mia sorella siamo convinti che per ubriacarsi sia sufficiente parlare con loro.

Ogni novembre, insomma, la nostra casa diventa la Mecca degli ubriaconi e delle massaie.

In autunno, a casa nostra è impossibile sopravvivere se non si è appassionati di sottaceti o di grappa

Adina è la mia compagna di classe e abita nel palazzo accanto. Non è troppo intelligente, ma ha la fortuna di essere molto bella. Da grande si è sistemata sposando un tizio che le ha comprato un negozio. Spesso vado a darle una mano con i compiti, attratto soprattutto dalle magliette semitrasparenti che indossa elegantemente e, soprattutto, senza reggiseno.

Gigica è la sorella di Adina ed è famosa nel quartiere perché esce con gli arabi. Ha diciannove anni e se li porta bene. In più ha una collezione non indifferente dei famosi cataloghi del negozio di abbigliamento tedesco per corrispondenza Neckermann. In effetti, ogni tanto a casa loro passano dei ragazzi arabi. Il padre è andato a lavorare in Siria e la madre è impiegata alle ferrovie, dove fa turni di 12 ore. Da loro il controllo dei genitori è assente.

In autunno, invece, a casa nostra è impossibile sopravvivere se non si è appassionati di sottaceti o di grappa. Per questo ho deciso di trasferirmi per qualche giorno a casa di Gigica e Adina. Il fatto di masticare un po’ di tedesco mi fa sembrare agli occhi di Gigica un piccolo genio. Quando vedo sul catalogo Neckermann le foto di donne in mutandine e reggiseni di pizzo il tedesco diventa improvvisamente la lingua da approfondire. Così decido di investire in dizionari: romeno-tedesco e tedesco-romeno.

È sabato. Torno a casa da scuola verso l’una. Mio padre, Gigi Bouroșu, Ghica e Gogu sono ubriachi fradici. Hanno fumato alcuni pacchetti di nazionali senza filtro e mangiano cipolla e lardo giocando a dama. Mi torna in mente l’odore della bettola dove ogni tanto andavo a raccogliere mio padre e mio zio zuppi di alcool. “Gigilică” ha voglia di chiacchierare e mi sbava addosso cercando di baciarmi sulla bocca e dicendomi che vuole parlare “con il suo nipote più intelligente”. Il mio olfatto entra in sciopero.

Scappo via da casa. Odio tutti. Torno dalle ragazze, dove c’è solo Gigica: Adina dovrebbe tornare tra quattro ore. La paura di Bouroșu mi porta a chiederle di rimanere con lei. In cambio mi offro di tradurre il catalogo Neckermann. Finisco per baciarla e poi nel suo letto.

Nei sei mesi successivi sono il ragazzo più felice del quartiere. Rinuncio a studiare il tedesco e penso che dovrò essere grato a Bouroșu a vita. So che il regalo più adatto per ringraziarlo sarebbe una damigiana di grappa, e prometto a me stesso che appena diventerò grande gliene comprerò una. Ancora oggi gli sono grato.

(Traduzione di Mihaela Topala)

Questo articolo è stato pubblicato su Dilema Veche.

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