14 ottobre 2009 00:00

Da un po’ di tempo sull’isola c’è un’aria da funerale. I telegiornali mostrano continuamente le immagini di cerimonie funebri accompagnate dai richiami al silenzio, i ventuno colpi sparati a salve, il passo marziale dei soldati, le lacrime e i discorsi di addio. S’inaugurano nuovi mausolei e si restaurano quelli già esistenti.

A questo si aggiunge una mania per le commemorazioni di ogni genere. La senile preoccupazione per la conservazione della memoria ha sostituito la giovanile inquietudine creativa.

La popolazione cubana è invecchiata. Le cause sono la bassa natalità, l’emigrazione dei giovani e l’aumento della speranza di vita. La maggior parte delle persone che dirigono il paese ha i capelli bianchi. Sempre più spesso gli analisti usano la parola gerontocrazia per descrivere il nostro sistema di governo. La definizione potrebbe sembrare inesatta considerando l’età media dei deputati dell’assemblea nazionale, ma il potere reale è concentrato nelle mani dei settantenni e degli ottantenni.

Mentre i necrologi occupano sempre più spazio sui mezzi d’informazione, molti aspettano quello che sicuramente sarà il funerale più spettacolare della storia di Cuba, che qualcuno ha addirittura definito “la soluzione biologica”.

La saga funeraria che ha riempito i palinsesti televisivi negli ultimi tempi ha tutta l’aria di essere una prova generale, un modo per prepararsi all’inevitabile. Sui teleschermi le corone di fiori e i carri da morto si susseguono per aumentare l’emozione dell’addio.

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