12 maggio 2011 00:00

I succhi di frutta nei tetrapack colorati con il logo “Tropical Island” sono tornati sul mercato. Erano scomparsi per mesi perché l’azienda che li produceva, Rio Zaza, era bloccata da un’indagine della polizia. Il cileno Max Marambio, il socio principale dell’azienda, è scappato mentre la causa era ancora in corso, lasciando i suoi clienti senza i succhi di frutta. La notizia è apparsa su Granma e così molti cubani hanno scoperto il nome di un uomo che per anni è stato dietro le quinte di molte iniziative commerciali dell’isola.

Questo succede in un paese dove ancora oggi un cubano non può guidare un’industria, importare materie prime o vendere le sue merci all’estero. All’improvviso quest’uomo ci è stato presentato come un delinquente che si è macchiato di corruzione, truffa e falsificazione di documenti bancari o commerciali. Gli stessi che gli avevano concesso dei privilegi l’hanno condannato in contumacia a vent’anni di carcere.

Marambio non è un imprenditore qualsiasi. La sua storia nelle forze speciali del ministero dell’interno, i favori che gli ha concesso Fidel Castro e la vicinanza alle persone processate e giustiziate nel 1989, tra cui il generale Arnaldo Ochoa, lo rendono un testimone eccezionale degli intrighi del potere a Cuba. Con la notizia della sua fuga si sono moltiplicate le teorie su come avrebbe potuto raccontare i passaggi nascosti della storia nazionale. Ma il reo ha preferito tacere, nascondendosi dietro al denaro.

*Traduzione di Sara Bani.

Internazionale, numero 897, 13 maggio 2011*

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