15 dicembre 2011 00:00

Essere un artista indipendente a Cuba e mantenere la propria autonomia dalle istituzioni culturali è un obiettivo difficile e rischioso. Molti musicisti, poeti o pittori che all’inizio producono le loro opere in autonomia, finiscono per essere controllati dal ministero della cultura.

Appartenere a un organo ufficiale comporta molti vantaggi, come avere un account di posta elettronica o viaggiare con più facilità all’estero. D’altronde i meccanismi di censura funzionano meglio quando si è parte dell’unione ufficiale degli scrittori o dell’agenzia nazionale del rock. Un gruppo di artisti che conosce bene la differenza tra essere indipendenti o controllati dal ministero è Omni zona franca.

Si tratta di alcuni giovani che fanno installazioni artistiche, poesie e hip hop. Il rapporto del gruppo con i funzionari pubblici non è mai stato rose e fiori, ma si è interrotto definitivamente e in modo molto drammatico due anni fa, quando i suoi componenti sono stati espulsi dalla sede del gruppo. Il motivo: aver invitato altri artisti nemici del regime tra cui rapper, giornalisti e blogger.

Eppure ogni dicembre Omni continua a fare il suo festival Poesia senza fine, che dal 2009 si svolge nelle case, nei garage, sui terrazzi. Venerdì scorso c’è stata l’inaugurazione e Omni ha invitato tutti i suoi amici. Alla fine ha dimostrato che essere indipendenti vuol dire essere più liberi, anche se si hanno meno risorse. Non ha più un tesserino, ma la sua poesia è indipendente e ha il sapore della libertà.

*Traduzione di Sara Bani.

Internazionale, numero 928, 16 dicembre 2011*

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