20 marzo 2015 17:00

La decisione di rinviare l’assalto finale per liberare la città di Tikrit dal gruppo Stato islamico ha fatto nascere dei dubbi sui mezzi d’informazione iracheni. Cos’è successo? Pochi giorni prima alcuni comandanti dell’esercito iracheno e delle milizie di volontari sciiti che partecipano all’offensiva avevano pronunciato frasi come “Sarà domani!” o “È solo una questione di giorni”. Ma ora vari leader, tra cui il primo ministro Haider al Abadi, parlano di un cambiamento di strategia per salvaguardare le vite dei combattenti e dei civili.

Il quotidiano saudita Asharq al Awsat ha pubblicato un editoriale dedicato all’influenza iraniana sull’esercito iracheno che sottolinea il fallimento dell’attacco a guida iraniana e la necessità di una copertura aerea della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. L’articolo si pone anche delle domande sulla capacità del gruppo Stato islamico di amministrare un’area più grande di quella del Regno Unito, dove vive una popolazione di otto milioni di abitanti, in gran parte sunniti. Chi finanzia l’organizzazione? Sappiamo che i sauditi non vedono di buon occhio il fatto che alcune milizie sciite controllino città a maggioranza sunnita in Iraq. Per questo osservano il ruolo svolto dall’Iran con crescente preoccupazione.

I mezzi d’informazione iracheni formulano anche un’altra ipotesi: forse il governo vuole mantenere l’assedio di Tikrit finché il gruppo Stato islamico non sarà sufficientemente indebolito da essere sconfitto. La campagna contro i jihadisti cominciata all’inizio di marzo ha mostrato che non tutti i combattenti del gruppo sono quei mostri che tutti s’immaginavano. La tv irachena ha mostrato le immagini di alcuni jihadisti fatti prigionieri dai soldati iracheni che ammettevano di essersi pentiti di essere entrati nell’organizzazione e pregavano Dio di perdonarli. Quindi perché l’offensiva si è fermata? Forse perché i gruppi tribali sunniti non sono ancora pronti a svolgere un ruolo di primo piano nella lotta contro lo Stato islamico. Sappiamo infatti che sia gli Stati Uniti sia il governo di Baghdad vorrebbero che avessero un peso maggiore nella battaglia per liberare Tikrit, Mosul e Ramadi.

(Traduzione di Francesca Sibani)

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