22 giugno 2020 17:30

La sovranità irachena è stata violata da due paesi vicini, la Turchia e l’Iran: lo afferma il ministero degli esteri di Baghdad. Da nord, la Turchia con la sua operazione miliare Claw tiger (artiglio di tigre) contro i combattenti curdi del Pkk è entrata per 15 chilometri all’interno del confine iracheno. L’offensiva è partita dopo alcuni bombardamenti aerei che avevano già messo in fibrillazione i curdi iracheni.

Da nordest, l’artiglieria iraniana ha invece bombardato diversi villaggi iracheni vicini alla città di Haji Omeran, a 180 chilometri da Erbil, capitale del Governo regionale curdo. Il ministero degli esteri iracheno ha convocato gli ambasciatori dei due paesi a Baghdad per protestare contro la “violazione della sovranità irachena e del diritto internazionale”.

Ömer Çelik, vicepresidente dell’Akp, il partito al potere in Turchia, ha ribattuto dichiarando ai mezzi d’informazione che “è nostro sacrosanto diritto e dovere combattere i terroristi che attaccano i nostri confini, i nostri cittadini e le nostre forze di sicurezza”.

La Turchia ha intenzione di stabilire altre basi militari nel nord dell’Iraq, che si andranno ad aggiungere alle oltre trenta postazioni militari installate di recente.

Le violazioni turche e iraniane hanno aumentato le pressioni sul nuovo governo del premier Mustafa al Kadhimi, già minacciato dalle crescenti operazioni militari del gruppo Stato islamico a nordest di Baghdad e dai razzi lanciati dalle milizie sciite filoiraniane sulla zona verde della capitale, dove hanno sede l’ambasciata degli Stati Uniti e il governo iracheno.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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